In questo mese di aprile, a Milano si apre Spazio Leonardo, il nuovo contenitore di Leonardo Assicurazioni, Generali Milano Liberazione che in collaborazione con UNA, nuova galleria d’arte contemporanea dedicata alla promozione di artisti emergenti e alla ricerca, presenta un programma annuale proponendo da aprile a dicembre una serie di tre mostre personali di giovani artisti italiani: Thomas Berra (aprile – giugno); Simone Monsi (giugno – settembre); Irene Fenara (ottobre – dicembre).
Fulcro del progetto site-specific è un grande wall painting lungo tutta la parete della Gallery, una delicata gouache improntata alla pittura segnica e gestuale, su cui si posizionano una serie di lavori su carta e su tela di piccolo e medio formato.
Ogni artista è invitato a realizzare un progetto site-specific, pensato per la Gallery, che attraverserà la hall dell’agenzia dialogando con la natura multiforme di Spazio Leonardo e verrà documentato in un catalogo con testi critici e installation view. Le mostre saranno fruibili al pubblico gratuitamente durante gli orari di apertura dell’agenzia.
La collaborazione tra UNA e Spazio Leonardo, due realtà operanti in ambiti differenti ma che condividono una visione aperta al futuro e alle sinergie, vuole essere un esempio virtuoso della relazione tra arte e impresa, capace di produrre effetti positivi e di crescita non solo per gli attori coinvolti ma anche per il territorio di riferimento.
Il primo appuntamento del programma espositivo è la mostra personale di Thomas Berra (Desio, MB, 1986) che ha per titolo “Tutti dobbiamo dei soldi al vecchio sarto di Toledo”.
Simona Squadrito presenta così l’artista: “Con la sua ultima produzione Thomas Berra indaga e sperimenta la natura dei segni.
La ricerca parte dallo studio delle forme organiche della natura, da una parafrasi del paesaggio e delle forme vegetali, come ad esempio quelle presenti nelle venature delle foglie, del legno, dei fili d’erba o della superficie dei tronchi degli alberi. Via via il segno ha preso il sopravvento, sganciandosi dalla sua intenzione rappresentativa, e la ricerca è diventata un puro studio sul ritmo e sulla composizione: un’indagine sulla relazione tra il segno e lo spazio.
Le tracce lasciate da Thomas Berra sono poco differenti l’uno dall’altra e si ripetono centimetro dopo centimetro, generando un vero e proprio ritmo visivo, e producendo una moltitudine di presenze simili ai suoni e alle note di un’orchestra, che poi altro non sono che le vibrazioni generate da una linea che si ripete e si moltiplica.
In questi lavori la superficie, sia quella del foglio che quella della parete, si presta ad accogliere l’esperienza fisica dell’artista, che riscopre la gioia e la vitalità di un gesto che traccia una linea con una mano rapida e sicura. Quelli di Thomas Berra sono colpi veloci e pre-razionali, segni dell’attimo: forme semplici e morbide dai colori liquidi e dalle tinte luminose e chiare. Attraverso questa ossessiva ripetitività del segno l’artista sembra voler affermare l’impossibilità di una pittura puramente intellettuale.”