Presso la Galleria di Piazza San Marco a Venezia, l’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa accoglie la mostra antologica dedicata a Giuseppe Gambino (Vizzini, CT, 1928 – Vittorio Veneto, TV, 1996) che sarà esposta al pubblico fino al 25 febbraio.
La stessa mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Gambino e con l’Associazione Amici di Giuseppe Gambino e si inserisce nell’ambito del progetto “Venezia-Novecento” che è un’iniziativa della stessa Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa per ridare voce agli artisti che sono stati i protagonisti del panorama veneziano nel secolo scorso.
Giuseppe Gambino partecipa giovanissimo alle collettive della Bevilacqua La Masa e si distingue subito per il segno personale della sua pittura, che diventa presto il biglietto da visita inconfondibile della sua presenza. Nella coerenza del linguaggio, Gambino esplora i differenti temi del suo fenomeno visivo con l’intima poetica di un carattere lirico, ma nello stesso tempo assolutamente deciso a riconfermare la struttura del magistero pittorico. Saranno le sue facciate dei palazzi veneziani, le sue figure longilinee, i suoi paesaggi immersi tra luce e materia a determinare la concatenazione ritmica di un ordine biologico che ancora oggi affiora nella sua personale estetica.
La mostra si svolge con un percorso cronologico attraverso circa settanta dipinti e intende mettere in risalto la coerenza di un cammino iniziato con le prime opere del 1944 fino all’ultima testimonianza lasciata dall’artista nel 1996: Venezia, la Salute.
Le opere provengono dall’Archivio Giuseppe Gambino di Preganziol, e in mostra sono presenti alcuni dipinti emblematici dell’artista, come, per esempio, “Natura morta con tromba” del 1959; “Paesaggio a Venezia” del 1961; “L’Annunciazione” e “Ritratto di Francesca” del 1966; “Paesaggio ad Arcos de la Frontera” del 1972; “Campesina Andalusa” del 1981; naturalmente insieme alle famose facciate dei palazzi veneziani, fino alle silhouette dei Carabinieri e dei suoi inconfondibili Pretini.