Realismo magico. L’incanto nella pittura italiana degli anni Venti e Trenta


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Felice Casorati, Gli scolari (dettaglio), 1927-1928 Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo, Palermo

Dal 3 dicembre prossimo al 2 aprile 2018, al Mart di Rovereto è allestita la mostra “Realismo Magico”, realizzata in collaborazione con 24 ORE Cultura e a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli, che segue le precedenti “Umberto Boccioni” e “Un’eterna bellezza”, tutte dedicate all’arte italiana del primo Novecento.

In primavera, questa mostra, composta da una selezione di 70 capolavori pittorici provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, lascerà il Mart per essere accolta dall’Ateneum Art Museum di Helsinki e al Folkwang Museum di Essen.
Fu il critico Franz Roh nel 1925, in un celebre saggio dedicato alla pittura contemporanea, a coniare la definizione Realismo Magico per descrivere una stagione artistica internazionale che ha conosciuto la sua fase più creativa e originale tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento. Si tratta di un periodo successivo alle vicende delle Avanguardie storiche, segnato dal recupero della tradizione pittorica e scultorea.
La rappresentazione oggettiva che il termine “realismo” evidenzia si accompagna, in questa espressione, a un aggettivo che evoca le atmosfere sospese e surreali caratteristiche di questa corrente. La realtà è infatti punto di partenza di una trasfigurazione che passa attraverso l’immaginazione e la meraviglia, messa in atto da un gruppo di artisti tra cui spiccano Cagnaccio di San Pietro, Felice Casorati, Antonio Donghi, Achille Funi, Carlo Levi e Ubaldo Oppi.
Accanto agli interpreti più noti operano alcuni artisti attivi nelle realtà più locali dell’arte veneziana, triestina, torinese e romana, a conferma della trasversalità di temi e stili su cui converge l’esperienza pittorica italiana di quei decenni. Tra questi Mario e Edita Broglio, Leonor Fini, Arturo Nathan, Carlo Sbisà, Gregorio Sciltian, Carlo Socrate e Cesare Sofianopulo.
Il percorso espositivo, che indaga la complessità delle fonti di ispirazione e le diverse declinazioni di ambito italiano, fa luce sulle novità interpretative che il Realismo Magico mette in campo rispetto ad alcuni generi della tradizione pittorica. È questo, infatti, il primo progetto realizzato dopo l’importante antologica curata da Maurizio Fagiolo dell’Arco, tenutasi tra il 1988 e il 1989 alla Galleria dello Scudo di Verona.

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