Divina creatura


Stampa

Edoardo Tofano, Il ventaglio, olio su tavola, Collezione privata, courtesy Enrico Gallerie d’arte

Alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera, fino al 28 gennaio prossimo è allestita una mostra curiosa che raccoglie sessanta sculture e dipinti con, a corredo, una sequenza di ventagli d’autore, nel senso che sono stati dipinti da grandi artisti, spesso i medesimi che ritraevano le “belle Signore” e un nucleo di preziosi abiti d’epoca, provenienti da Musei e collezioni private.

La mostra è realizzata a cura di Mariangela Agliati Ruggia, Sergio Rebora e Marialuisa Rizzini, con il coordinamento scientifico e organizzativo di Alessandra Brambilla.

Comunicato stampa

L’obiettivo è quello di ricreare e testimoniare quello che è stato un vero e proprio cambio di paradigma nella storia del costume femminino in Europa, ponendo una data indicativa nel 1858, l’anno in cui a Parigi esplose l’Haute Couture di Worth, subito amplificata e diffusa dai primi Grand Magasins che spopolano nelle principali metropoli europee.
Sono anni in cui si consolida il ruolo della donna, ora anche protagonista al di fuori delle pareti domestiche. Pur presentando alcuni favolosi abiti d’epoca e un nucleo di ventagli firmati da Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis, Pompeo Mariani e Pietro Fragiacomo, la Pinacoteca Züst sceglie di illustrare questo felice momento storico ricorrendo alle testimonianze che i grandi artisti ci tramandano attraverso le loro opere.
Ed è soprattutto attraverso il ritratto su commissione che è possibile seguire le rapide e sorprendenti evoluzioni dell’abbigliamento femminile: i personaggi ritratti, sia che appartengano all’aristocrazia, ancora assai influente anche come esempio di gusto, o alla borghesia, posano per i pittori e gli scultori vestiti e acconciati con attenzione nei confronti dei dettami imposti dalla moda ma anche, assecondando sottili strategie comportamentali, in modo da mostrarsi in sintonia con il proprio preciso ruolo sociale.

Negli anni del realismo, accanto a Bertini, tra i ritrattisti più significativi in tal senso si ricordano almeno Domenico e Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Mosè Bianchi, Antonio Ciseri, Tranquillo Cremona, Ernesto Fontana, in una mappa che attraversa le regioni d’Italia e travalica il confine elvetico.
Negli anni verso la fine del secolo non si parla ormai più di fenomeno di moda solo attraverso l’abbigliamento, ma anche attraverso la gestualità, le movenze, la dizione, in una parola: lo stile. Sono interpreti di questo rinnovato ritratto mondano maestri celebrati anche Oltralpe, come Giovanni Boldini, Paul Troubetzkoy, Vincenzo Vela, Vittorio Corcos, Giacomo Grosso, oltre ai ticinesi Pietro Chiesa, Luigi Rossi e Adolfo Feragutti Visconti.
Dopo il 1860 in pittura si moltiplicano le scene di ambientazione quotidiana e borghese, ispirate a momenti di vita familiare in cui è protagonista, ancora, la donna. Si tratta di composizioni che sullo sfondo di interni domestici o di strade cittadine o di paese rappresentano figure femminili impegnate nei lavori di cucito o ricamo, nella lettura, nella conversazione, nel passeggio, in riposo, con i figli. Di ciascuna, molto spesso, gli artisti restituiscono l’abbigliamento con dettagliata cura perfino negli accessori, in modo da permettere allo spettatore di seguire, di anno in anno, le minime mutazioni di gusto, trasformando la moda in uno degli elementi che determinano la modernità dell’opera.
Questo filone, che si ispira alla pittura internazionale lanciata dalla Casa d’Arte Goupil e che trova i suoi vertici in maestri quali Ernest Meissonier e Mariano Fortuny, accomuna la sperimentazione degli artisti di tutte le scuole regionalistiche italiane e di quella del Cantone, dai Macchiaioli, tra cui Antonio Puccinelli e Odoardo Borrani, ai cosiddetti italiani a Parigi come Giovanni Boldini.
E poi, ci sono i ventagli eseguiti da artisti, che sono accessori femminili di primissimo piano per tutto il diciannovesimo secolo.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *