Darren Bader. (@mined_oud)


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Darren Bader-Veduta della mostra Rocks and mirrors, Galleria Franco Noero, Torino, 2015 Foto © Sebastiano Pellion di Persano

Presso il MADRE, Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, fino al 2 aprile 2018 è accolta la mostra “Darren Bader. (@mined_oud)”, realizzata a cura di Andrea Viliani, con Silvia Salvati e Anna Cuomo.

(@mined_oud) è un gioco di parole che potrebbe o non potrebbe derivare dalla lettura in senso contrario dell’indirizzo email dell’artista e che propone un’assurda sinestesia fra il nome di un’essenza orientale, l’allusione all’esaurimento di un filone minerario e l’apparente generazione di un potenziale palindromo. Darren Bader (Bridgeport, CT, 1978), è considerato uno tra i maggiori sperimentali artisti internazionali delle ultime generazioni.

La pratica artistica di Bader consiste nel mettere insieme elementi disparati, come oggetti di consumo, parole, immagini, animali, persone, che generano relazioni al contempo concrete e immaginarie, reali e fictional. L’artista aggiunge nuovi livelli di comprensione ad opere, oggetti e descrizioni artistiche (possibili o spesso impossibili) e riesce a rendere singolare una pratica il cui significato risiede nella calibrata inclusione di tutti i componenti del sistema dell’arte: opera, artista, gallerista, collezionista, visitatore di mostre, lettore di testi d’arte. In questo senso la pratica di Bader può essere analizzata in termini “informatici”: essa scinde e riaccoppia il sistema interno dell’opera (che può essere associato alla sua componente estetica) e la struttura esterna che la gestisce e condiziona (il sistema dell’arte stesso). Attraversando un discorso iniziato dai seminali ready-made di Marcel Duchamp e poi, fra gli anni Sessanta e Settanta, dalle critiche al sistema dell’arte proprie dell’Institutional Critique, Bader dichiara che gli aspetti della produzione artistica alla base di quegli assunti sono ormai così palesi, indagati ed artisticamente espressi che il passo successivo è semplicemente la sua positiva accettazione, consapevole incorporazione e narrazione condivisa. Bader dimostra così che la compartecipazione di tutta la serie degli attori che compongono il sistema dell’arte non può che generare, insieme all’inclusione dei fattori e spunti mutuati dai media onnipresenti, un valore accrescitivo dell’arte al tempo della sharing economy.

Al MADRE l’artista trasforma il tradizionale dispositivo della mostra personale in uno strumento plurimo e molteplice di analisi dei modelli con cui le opere d’arte sono recepite e mediate nello spazio-tempo istituzionale. Fin dal titolo, con l’apposizione del simbolo “@” e delle parentesi, Bader stabilisce un primo piano puramente digitale di senso e di esperienza della mostra che, fisicamente, si disperde e si integra con il percorso di visita della collezione del museo esprimendo un punto di vista ellittico, denso di cortocircuiti ironici e giochi linguistici sulle singole opere, sugli statuti della collezione e dell’identità museale contemporanea.

La mostra è realizzata nell’ambito del progetto Itinerari del Contemporaneo-Confronti, integralmente con fondi POC 2014-2020 Regione Campania, e attuata dalla SCABEC SpA, Società Campana Beni Culturali, che ne cura tutti gli aspetti organizzativi.

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