L’arte per l’arte. Da Previati a Mentessi, da Boldini a De Pisis


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Giovanni Boldini, Ninfe al chiaro di luna, 1909ca, olio su tela, Museo Giovanni Boldini

di Luca Baldazzi

 

Sono esposti al Castello Estense di Ferrara fino al 27 dicembre prossimo, i capolavori ferraresi d’arte moderna di artisti attivi tra Otto e Novecento, nella mostra “L’arte per l’arte. Da Previati a Mentessi, da Boldini a De Pisis”, a cura di Chiara Vorrasi, conservatrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea.

Si tratta di una ulteriore occasione per ammirare il patrimonio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari, rimasto celato in seguito al terremoto del 2012. L’intento degli organizzatori è quello di continuare a tenere vivi i musei, nonostante la chiusura della loro sede per restauro, e offrire una nuova opportunità per visitare il Castello Estense.

L’esposizione si apre con uno scorcio sull’arte italiana tra Ottocento e Novecento, focalizzando l’attenzione sul contributo degli artisti ferraresi. Nelle sale fastosamente decorate dell’appartamento di rappresentanza al piano nobile del Castello Estense si sviluppa l’allestimento La libertà dell’arte, tra verità e immaginazione che presenta un breve ma interessante viaggio tra alcuni dei diversi orientamenti che, sul finire dell’Ottocento, fecero a gara per rinnovare i convenzionali linguaggi artistici: dalle poetiche del vero all’arte di idee, dalla pittura di macchia al divisionismo, dalla rappresentazione della vita moderna alle suggestioni decorative del Liberty. Tra i protagonisti vi sono autori attivi sulla scena italiana, come Giuseppe Mentessi, Alberto Pisa o Arrigo Minerbi e, accanto ad essi, figure di statura internazionale quali Giovanni Boldini, celebrato ritrattista della Belle Epoque e Gaetano Previati, che fu interprete del divisionismo e della vague simbolista. L’ordinamento si sviluppa per sale tematiche che richiamano i motivi portanti delle ricerche a cavallo tra Otto e Novecento: il rinnovamento del genere del ritratto e i suoi nuovi codici, i temi storico-allegorici e la dimensione monumentale e decorativa, i nuovi soggetti della modernità, il paesaggio reale e il paesaggio dell’anima, le tensioni morali e spirituali alla vigilia della grande guerra.

Il percorso prosegue poi nei Camerini di Alfonso I, dove rimane allestita la selezione di capolavori di Filippo de Pisis, che racconta la parabola artistica di un altro talento ferrarese, attivo sul palcoscenico italiano e parigino a partire dagli anni Venti del Novecento. Il ricchissimo fondo ferrarese di opere depisisiane, costituito soprattutto grazie all’attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta, permette di rivisitare la sua intera carriera. Dalle opere giovanili, da cui traspare la riflessione di De Pisis sull’incontro con De Chirico e la pittura metafisica, ai capolavori del periodo parigino che segnano la nascita di un linguaggio personale, trascrizione pittorica delle brucianti emozioni che la Ville Lumière procura al pittore, fino alla produzione successiva al rientro in Italia, esiti estremi nei quali la poesia delle immagini si spoglia fino all’essenziale.

La mostra è promossa dal Comune di Ferrara ed è organizzata da: Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara

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