Philp Guston alle Gallerie dell’Accademia di Venezia


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Philip Guston, The Line,1978,Private collection, © The Estate of Philip Guston, Courtesuy Hauser & Wirth

Dal 10 maggio 2017, le Gallerie dell’Accademia di Venezia ospiteranno le opere di Philip Guston con  una mostra  dal titolo “ Philip Guston and the Poets”, che analizza il lavoro del grande artista canadese-americano attraverso un’interpretazione  critico-letteraria ed una riflessione sul modo con cui il pittore  entrava in relazione con le sue  fonti di ispirazione, prendendo in esame cinque poeti  del XX secolo, che ebbero una notevole influenza sull’artista per quanto concerne i suoi dipinti  enigmatici e le visioni.  L’esposizione prende in esame 50 anni della carriera artistica di Guston ripercorrendo 50 dipinti considerati tra i suoi  più grandi capolavori, oltre a 25 disegni “fondamentali” realizzati tra il  1930 fino al 1980, ultimo anno di vita dell’artista. Vengono pertanto tracciati parallelismi tra i temi umanistici, riflessi in queste opere e il linguaggio di cinque poeti: D.H Lawrence (Gran Bretagna, 1885 – 1930), W.B. Yeats (Irlanda, 1865 – 1939), Wallace Stevens (Stati Uniti, 1879 – 1955), Eugenio Montale (Italia, 1896 – 1981) e T.S Eliot (Stati Uniti 1888 e successivamente naturalizzato britannico – 1965).

«Siamo felici di presentare la prima mostra a Venezia su Philip Guston. ll ritorno dell’artista nella nostra città è particolarmente pertinente, visto che proprio qui si immerse in una storia e in un patrimonio  importanti per il suo successivo sviluppo artistico. Dai suoi stessi scritti del periodo italiano sappiamo che i dipinti che ammirò nelle sale dell’Accademia hanno esercitato un’enorme influenza sulla sua visione artistica. Contestualizzare l’opera di Guston, incoraggiarne gli studi e una nuova interpretazione è per noi un vero piacere»,  così ha dichiarato Paola Marini, direttrice delle Gallerie dell’Accademia. Guston, in una lettera del 1975 all’amico Bill Berkson, ha scritto: «Sono più che mai immerso nella pittura del Quattrocento e del Cinquecento! E quando vado verso nord, a Venezia, davanti a Tiepolo, Tintoretto e alle cosiddette opere manieriste di Pontormo e Parmigianino perdo la testa e tradisco i miei primi amori», e proprio  la città di Venezia ospita questa grande mostra “ Philip Guston and the Poets”,  curata da Kosme de Barañano, emerito studioso di Guston, per il quale ha già allestito varie esposizioni, tra le quali: Philip Guston: Roots of Drawings,Rekalde, Bilbao nel 1993 , e  Philip Guston One Shot Paintings – IVAM, Valencia nel 2001. L’organizzazione della mostra è stata curata dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia in collaborazione con l’Estate of Philip Guston, mentre gli allestimenti sono stati affidati allo Studio Grisdainese di Padova.  La mostra “Philip Guston and The Poets” è organizzata per nuclei tematici di opere messe in relazione con una selezione di scritti e di poesie dei cinque poeti, e rappresenta una “prima assoluta ” di Philip Guston nella città della Repubblica Serenissima, una delle più affascinanti d’Italia, d’Europa e del mondo, attraversata dal Canal Grande ed affacciata sulla laguna veneta. E proprio Venezia  e l’Italia,  hanno esercitato una profonda influenza sull’opera di Guston, che sin da giovane, nel realizzare murales guardava agli affreschi rinascimentali come ispirazione e di fatto questo suo amore per la pittura italiana rimase un motivo ricorrente in tutta la sua carriera professionale. Philip Goldstein, in arte  Philip Guston, classe 1913  scomparso nel 1980,  è stato uno tra i primi esponenti dell’Espressionismo astratto. Nato a Montreal da una famiglia di ebrei russi emigrati, nel 1919 si trasferì con tutta la famiglia in California dove frequentò l’Otis Art Institute di Los Angeles.Nel 1935 andò a New York  dove ottenne i primi successi con la Works Progress Administration che commissionava murales agli artisti nell’ambito del Federal Arts Project. I suoi dipinti evocano forme stilizzate di De Chirico e Picasso, con motivi provenienti dai murales messicani  e  per l’appunto, anche gli affreschi del Rinascimento. Dopo varie sperimentazioni, negli anni ’40 Guston si orientò verso l’astratto, ed aprì  il suo studio sulla 10a strada nei pressi di quello di Pollock, De Kooning, Kline e Rothko. Inizi anni ’50 le opere astratte di Guston erano ancorate ad una nuova spontaneità e libertà, un processo creativo che il critico Harold Rosenberg descrisse successivamente come “action painting”, anche se, col passare del tempo, l’artista iniziò a prediligere i grigi, i rosa e i neri con impasti più densi. Successivamente Guston, assieme ad altri artisti della scuola di New York ,disertò  in segno di protesta verso una mostra sulla Pop Art che Janis aveva allestito, e contro il cambiamento a favore della commercializzazione dell’arte che questa esposizione per tutti loro rappresentava. Nel 1962, a seguito di un’importante retrospettiva presso il  Solomon R. Guggenheim Museum di New York ,  Guston diventa insofferente verso la pura astrazione e comincia a sperimentare nei suoi lavori nuove forme artistiche ed inizia ad utilizzare il  nero e colori quali verdi brillanti e blu cobalto. In questo periodo l’artista subisce fortemente gli scritti di Kierkegaard, Kafka e Sartre sino al punto di ritirarsi dalla scena artistica e decidere di andare a vivere e lavorare a Woodstock sino al resto dei suoi giorni.  Musa Mayer, Presidente della Fondazione Philip Guston e figlia dell’artista ha dichiarato: « In occasione dell’esposizione di Guston al Padiglione degli Stati Uniti alla Biennale di Venezia del 1960, mio padre portò mia madre e me in Italia prima della mia partenza per il college. Venezia e le Gallerie dell’Accademia furono la nostra primissima tappa. Più di mezzo secolo dopo, ho ancora forte il ricordo del suo amore per i grandi capolavori dell’arte italiana. Mio padre sarebbe profondamente commosso e onorato per questa meravigliosa opportunità di esporre i suoi lavori nella galleria di pittura che egli tanto amava». La mostra “Philip Guston and The Poets” presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia, evento collaterale della 57 Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia,  resterà aperta  al pubblico sino al 3 settembre 2017.

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