Mimmo Paladino. Ouverture


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Mimmo Paladino, Specchi ustori, 2017, ottone dipinto e serigrafato, øcm 500, © Pasquale Palmieri

di Luca Baldazzi

 

6 Maggio 2017 – 7 Gennaio 2018 è il periodo in cui Brescia accoglie le opere di Mimmo Paladino in un percorso creato nel centro storico della città per un progetto che “ha l’ambizioso obiettivo di trasformare la città con uno sguardo”, secondo lo slogan che accompagna Brixia Contemporary, il progetto pluriennale messo a punto da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia.

Questo percorso si snoda, con circa 70 opere, da Piazza della Vittoria, tra Piazza della Loggia, sede della amministrativa città e il Duomo.
Sono qui posizionati sei tra i più celebri totem di Paladino: una riedizione bresciana del Sant’Elmo e lo Scriba, il gigantesco Zenith, la scultura equestre in bronzo e alluminio del 1999, alta quasi 5 metri, il grande Anello e, in una superficie liquida, la Stella. A campeggiare sul basamento che fu del contrastato “bigio” di Arturo Dazzi, è posta una imponente figura in marmo nero, realizzata appositamente per l’occasione, che riporta alla tradizione della grande avanguardia del Novecento.

Invece, i 20 Testimoni del 2009, opere in tufo dal richiamo archetipico, sono posti nell’area archeologica del Capitolium.
Nella prima Sala del Tempio, e qui si entra nel cuore più segreto di Brixia, Paladino ha voluto proporre gli evocativi 4 Corali del 1997, opere a tecnica mista su foglia d’argento su tavola e Senza titolo, egualmente del 1997, grande serigrafia e olio su tela mentre nel Sancta Sanctorum dello stesso Capitolium, ovvero nella cosiddetta Quarta Cella, la divinità è evocata da Ritiro, 1992, colosso in bronzo dipinto.
Cinque Specchi ustori in ottone, serigrafia e pittura di 5 metri di diametro ciascuno, sono stati realizzati da Paladino appositamente per il Teatro Romano di Brescia.
La tappa successiva è al complesso museale di Santa Giulia, dove architetture e testimonianze romane convivono con quelle longobarde, rinascimentali e via via settecentesche, creando una sintesi perfetta e armonica di stili, epoche e atmosfere.
Paladino e Di Corato, direttore di Brescia Musei e curatore della mostra, hanno scelto questa volta di connotare in modo specifico i luoghi di più intensa suggestione dell’antico complesso monastico ora museale, a partire dal Chiostro di Santa Maria in Solario dove campeggia la Grande figura reclinata, bronzo dipinto del 1990. Un altro grande bronzo inedito del 2016 è collocato nel Chiostro Rinascimentale, mente la Grande Figura in vetro e acciaio del 2015 osserverà, all’interno del Coro delle Monache, la Croce del 2008 in ferro patinato, appiattita sull’antico pavimento in pietra.
Lo scabro nitore longobardo di San Salvatore, cuore del sito UNESCO bresciano con i suoi elegantissimi stucchi, si coniuga perfettamente con il Velario, tela dipinta del 2010, e d’altra parte con la Testa in pietra del 1992.
Un altro grande Bronzo del 2002, all’interno della Cappella di Sant’Obizio, rende tridimensionale un particolare dell’affresco del Romanino. Coinvolge la poetica presenza del Senza titolo, la celebre figura in bronzo circondata da uccellini del 2002, collocato nella Cripta.
All’interno del Museo, nella Sezione Preistoria e Protostoria, sono esposti due esemplari di Dormiente del 2000, in terracotta e ferro, assieme a diversi esemplari di elmi in terracotta e calce o in ferro e bronzo.
Per la successiva Sezione Romana e Medievale sono stati scelti Bue Apis del 1993 e dei Vasi ermetici del 1994, rispettivamente in bronzo e ferro. Il richiamo classico è evidente anche in altri due magnifici bronzi, uno del 1999 e il secondo – il Busto con tazzina – del 2000, così come in Architettura che completa questa Sezione.
Tra i mosaici romani delle Domus dell’Ortaglia ci sono due figure in alluminio dipinto, del 2005, mentre tra gli affreschi, sempre romani, c’è il Cavaliere rosso, bronzo del 2007.

Infine, una colossale istallazione in terracotta di circa 80 metri quadri, anch’essa inedita, accoglie il visitatore nell’atrio della fermata della Metropolitana alla Stazione FS.

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