Brigita Huemer Limentani


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Brigita Huemer Limentani, Blu feelings

Nel periodo in cui Venezia sarà la capitale mondiale dell’arte contemporanea, Ermanno Tedeschi promuove una rassegna “Personale Femminile” per valorizzare tre talenti artistici nello spazio El Magazen dell’Arte in Dorsoduro 1375, a Venezia: Brigita Huemer Limentani, Barbara Nejrotti e Francesca Duscià. “Seguo il percorso delle tre artiste da alcuni anni, in più occasioni hanno partecipato a collettive tematiche insieme, creando tra loro un autentico legame di stima e curiosità reciproca – spiega il curatore Tedeschi – Mi interessava metter in rilievo l’approccio all’arte di tre giovani donne, con percorsi e sensibilità diverse, ma simili nella delicatezza, nella voglia di creare un proprio linguaggio e nel codice femminile di autoselezione e autocritica elevatissimo sul proprio lavoro. Questa loro severità e onestà intellettuale non solo le contraddistingue, ma genera opere di grande perfezione e interesse.”

La prima inaugurazione, sabato 29 aprile ore 18,30 vede protagonista Brigita Huemer Limentani,  la cui personale  resterà aperta sino al 29 maggio.

Le luci e le ombre che si proiettano sul muro sono un alter ego delle opere lavorate con tecnica mista su plexiglass e collage di carta, montate con doppie tavole che movimentano, su più dimensioni, i quadri. Questa è l’ultima frontiera della sperimentazione artistica che Brigita Huemer Limentani ha voluto portare alla sua personale a Venezia. Opere concepite negli ultimi anni di attività: “Dopo i soggetti zebre a cui ho lavorato con modalità diverse nel 2015, ho raggiunto maggior affinità e abilità rappresentativa con le linee grafiche a cui oggi affido la descrizione di sensazioni, pensieri e riflessioni.

Da questo iter creativo prende forma la selezione delle 20 opere in mostra a Venezia: “Brigita Huemer Limentani è un’artista di profonda sensibilità e in rapida evoluzione – dice il curatore Ermanno Tedeschi – la sua tecnica si è sempre più affinata ed è diventata, in questi ultimi anni in cui la seguo, vera espressione del suo io artistico, con un processo di sintesi e semplicità che sembra astratto, ma non lo è. In realtà è una nuova frontiera di audacia estetica, bella e perfetta, dietro cui si esprimono sentimenti profondi: il ricordo, il senso della vita, i rapporti umani.

Brigita Huemer Limentani, nata in Austria, newyorchese di formazione e italiana d’adozione, ha da sempre inseguito l’obiettivo di diventare un’artista e ha intrapreso giovanissima un percorso identitario passando dalla fotografia naturalistica alla pittura di figura all’evoluzione in cui i soggetti della natura diventano segni grafici. “La ricerca dello scatto giusto nei miei viaggi mi ha portata ad assimilare i soggetti paesaggistici mettendo in rilevo le forme ricorrenti della natura, linee, onde e curve in cui riconosco una propria spiritualità. La fotografica ha fatto da guida ai miei primi lavori ed è presente, in modi diversi, anche nelle mie ultime opere – racconta la Huemer – Ora mi interessa il senso di responsabilità che abbiamo come esseri umani che vivono in un tempo molto veloce e confuso in cui non sappiamo chi siamo e dove vogliamo andare. Viviamo in un mondo in cui non c’è tempo per fermarsi e vivere con consapevolezza le proprie emozioni e i rapporti umani. Il tempo è diventato un lusso, ma non dovrebbe esser così. Credo che come artista io abbia il privilegio e la responsabilità, di porre attenzione su questi temi.”

Carte, spessori, trasparenze, materie diverse come un puzzle, disegnano in modo deciso una ripetizione di linee perfette, sinuose e in evoluzione, talvolta in fuga dal quadro, altre volte avvolte in se stesse, altre ancora, lanciate in un doppio visuale grazie alla sovrapposizione di due tavole in plexiglas. Curve che rappresentano solchi, movimenti e le evoluzioni delle emozioni umane, su cui l’artista si concentra. Il pensiero, scritto da cui nasce ogni opera, però resta celato e intimo perché l’obiettivo è lasciare chi guarda libero di interpretare “di fronte alle opere, così come alla vita, in fondo siamo soli con le nostre emozioni” rivela Huemer Limentani.

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