Per Pier Maria Pennacchi un capolavoro restituito dal restauro


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Pier Maria Pennacchi, Madonna con il Bambino in trono tra san Giovanni Battista, santo vescovo, santa Lucia, san Giovanni Evangelista e donatore (particolare di San Giovanni)

Pier Maria Pennacchi (particolare di San Giovanni)

Proveniente da una collezione privata veneziana, il trittico su tavola “Madonna con il Bambino in trono tra san Giovanni Battista, santo vescovo, santa Lucia, san Giovanni Evangelista e donatore”, risalente alla fine del Quattrocento, e dopo il suo restauro è esposto a Venezia alle Gallerie dell’Accademia da sabato scorso e fino al 13 gennaio 2017.

Nata come grande pala a superficie unica a destinazione ecclesiastica, la tavola è stata pesantemente trasformata nel corso del Settecento probabilmente a seguito di un grave danno dovuto a cause non precisabili: sezionata in tre pannelli, rimontati a forma di trittico, è stata ricoperta da una spessa ridipintura scura intesa a occultare le parti figurate risultate frammentarie.

Il suo restauro, che ha reso possibile la comprensione dell’assetto originario della pala e la sua parziale restituzione, ha offerto inoltre le premesse della nuova lettura stilistica dell’opera, passata attraverso varie attribuzioni e che ora viene riattribuita, sulla base di una puntuale lettura formale delle componenti linguistiche, al pittore trevigiano Pier Maria Pennacchi.

Accanto a questa opera, entro il percorso della collezione permanente delle Gallerie dell’Accademia, è esposto anche un altro dipinto firmato da Pennacchi, la Madonna col bambino tra i santi Giovanni Battista e Andrea, concessa in prestito dai Musei civici di Treviso che, seppure appartenente ad una fase più avanzata della sua produzione, offre riscontri puntuali a supporto di tale proposta attributiva.
La mostra è corredata da apparati didattici relativi all’intervento di restauro e da un volume di Roberta Battaglia in cui, oltre a dar conto degli aspetti tecnici legati a tale intervento, si ricostruisce la vicenda collezionistica del dipinto, si discute la complessa questione della sua originaria destinazione ecclesiastica, si argomenta la proposta attributiva supportandola con il riesame del piccolo nucleo di opere firmate da Pier Maria Pennacchi, nel tentativo di definire un percorso artistico coerente e unitario.

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