Aron Demetz. Autarkeia II. Il richiamo della materia


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Per Aron Demetz questa mostra, curata da Alessandro Romanini e promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, accolta al MARCA di Catanzaro fino al 31 marzo prossimo, giunge in un momento perfetto. L’artista gardesano è nel vortice di una serie di esposizioni in molti musei internazionali e in altrettante prestigiose sedi italiane. Le sue sculture realizzate prevalentemente in legno, sono premiate dall’attenzione della critica e dei collezionisti di tutta Europa.
La riflessione che sottende a questa mostra, che va a continuare e approfondire il percorso di ricerca avviato dalla recente esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ruota intorno al concetto di “Autarchia”, derivato dal greco “Autarkeia” e declinato in una serie di soluzioni formali connesse semanticamente al concetto di “Autosufficienza”. Nell’accezione di Demetz “Autarkeia” non va intesa nel senso dell’“accontentarsi”, bensì come rigida autodisciplina.
Ricerca e sperimentazione caratterizzano l’intero percorso di Demetz, discendente da una famiglia di scultori e originario della Val Gardena, terra di santi e di scultori di altari lignei che si possono ammirare nelle chiese di tutto il mondo.
Con Demetz le forme tradizionali divengono altro così come diventa altro il ruolo assunto dal materiale lavorato abilmente dall’artista; il legno diventa così autore di un racconto; le resine provenienti dagli alberi delle montagne di casa per effetto del fuoco corrodono e riplasmano l’oggettiva bellezza delle forme, creando piaghe sugli adolescenziali corpi nudi intagliati.

Aron Demetz, Memoridermata, 2014, cm 780x390x240


Progressivamente si assiste all’ingresso in scena di altri materiali: il bronzo, il gesso, il vetro, così come alla figura singola si affiancano gruppi di figure infine le installazioni.
La mostra al MARCA propone una serie di opere che sono testimoni del percorso di questa appassionata ricerca espressiva: opere figurali in legno, bronzo, in gesso e vetro, a conferma come in Demetz la scultura sia pensiero tradotto in forma, elaborazione filosofica tradotta in prassi plastica.
Anche il disegno ha un suo spazio nel percorso espositivo, per permettere allo spettatore di comprendere la valenza centrale dell’istanza grafica, come elemento progettuale e struttura in potenza dell’esito plastico finale. Il disegno come tracciato dei percorsi elaborativi mentali e traccia sommaria dei vari possibili percorsi espressivi.
Il percorso espositivo è anche supportato da dettagliati apparati didattico-divulgativi e da un audio video che documenta le varie componenti dello stile e delle tecniche dell’artista.
Un catalogo offre esaustivamente conto delle varie opere esposte attraverso un ricco corredo fotografico, integrato da interventi critici e da un ricco apparato bio-bibliografico.

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