Tony Cragg. Silicon Dioxide


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Al Museo del Vetro di Murano di Venezia, fino al 13 marzo 2022 sono esposte una quarantina di opere in vetro di Tony Cragg, una selezione di sculture che riproduce con fedeltà la visione artistica di Cragg e la sua capacità, unica, di comunicare attraverso il vetro, materiale del quale ha sempre saputo valorizzare le geometrie intrinseche.
La mostra è realizzata a cura di Berengo Studio in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, mentre l’allestimento ripercorre le tappe più significative del percorso dell’artista inglese, a partire dagli assemblages, storici lavori di grandi dimensioni dove vengono accostati e sovrapposti piccoli gruppi di oggetti.

Tony Cragg, Untitled, 2021, Blown glass, 42x32x28 cm-Courtesy the artist and Berengo Studio, Photo credit Francesco Allegretto


È proprio dai suoi famosissimi accumuli, che, già negli anni ’80, Cragg definisce la sua impronta artistica, mettendosi alla prova con diversi materiali, tra cui il vetro, uno dei più affascinanti e complessi da decifrare e trattare. Quelle di Cragg, anche di epoca più recente, sono opere che riflettono sulla complessità della physis, conciliando la totale comprensione della natura organica della realtà all’accettazione delle sue caratteristiche meno intelligibili.
Non è un caso, quindi, se il vetro diventa uno dei suoi principali elementi di ispirazione: il vetro è il crogiuolo in cui si fondono, rotti e ricomposti, i meccanismi organici e il potenziale libero della forma che si trans-forma, che va al di là di se stessa per diventare altro. E non è un caso, dunque, che questa mostra si chiami proprio Silicon Dioxide, perché è proprio quel diossido di silicio da cui nasce il vetro che contiene in sé non solo una necessaria struttura chimico-organica, ma anche la scintilla creativa della materia pronta ad esprimersi come nuova forma, nuova opera d’arte.
Il vetro è materiale e al tempo stesso materia viva, che si presta negli anni a diverse sperimentazioni, da quelle che lo vedono interagire in modalità mai subalterna con il paesaggio a quelle che lo vedono protagonista di riflessioni più intime.
In questa prospettiva assumono un particolare rilievo le sculture che Cragg comincia a produrre a partire dal 2009, quando inizia a collaborare con Berengo Studio a Murano. In una sorprendente evoluzione rispetto ai grandi assemblaggi degli anni ‘90, le sculture in vetro soffiato hanno permesso a Cragg di accedere a una nuova dimensione della materia. Non più vincolato alle tradizionali forme ritrovate di bottiglie e altri oggetti classici, in questi lavori più recenti ha potuto esplorare le possibilità di manipolazione della materia allo stato fuso. Questa duttilità lo ha visto “coreografare” in fornace composizioni elaborate e originali, che sono emerse organicamente, e dalla sua mente sono scivolate tra le mani dei maestri per essere plasmate in una nuova presenza fisica, quella che resiste alla stasi della scultura e arriva invece a catturare il movimento e l’energia di un singolo momento.

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