Augusto Majani (1867-1959). La potenza dell’Idea


Stampa

Fino al 30 gennaio 2022, l’Associazione Bologna per le Arti presenta a Palazzo d’Accursio “Augusto Majani (1867-1959). La potenza dell’Idea”, a cura di Francesca Sinigaglia, composta da circa 90 opere, tra tele e tavole, dagli esordi fino agli anni Cinquanta del Novecento, molte delle quali provenienti da importanti istituzioni museali italiane, come la Pinacoteca Nazionale di Bologna, Istituzione Bologna Musei, MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, Museo Storico Giuseppe Garibaldi di Como, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna, dalla Pinacoteca civica “Domenico Inzaghi” di Budrio, città natale dell’artista, e da numerose collezioni private.

Augusto Majani, figlio di commercianti, nacque a Budrio nel 1867. Si formò a Bologna e poi a Roma ed ebbe una eccellente carriera sia in campo grafico che pittorico. Nella capitale, in particolare, ebbe l’opportunità di avvicinare gli artisti di rilevanza internazionale che lì stavano compiendo il loro apprendistato. Insignito del titolo di Accademico d’Onore dall’Accademia di Belle Arti di Bologna e pittore apprezzato dagli artisti più illustri del suo tempo, come Telemaco Signorini, si avvicinò significativamente al Divisionismo italiano e fu toccato anche da influenze simboliste.

Augusto Majani, Caprera – La casa di Garibaldi (“Trittico Garibaldino”), 1893, olio su tavola, cm 28×28

La carriera pittorica di Majani si potrebbe suddividere in quattro momenti precisi. Gli anni compresi tra il 1884 e il 1894 sono quelli della formazione e dei primi contatti con il mondo dell’arte del suo tempo. Tra il 1895 e il 1924 partecipò invece alle esposizioni nazionali e internazionali, dalla Società Francesco Francia alla Biennale di Venezia, ed espose a Torino, Roma, Bruxelles, Firenze, interessandosi alle tematiche simboliste con un particolare riguardo alle tematiche del sociale e del divino.

Dal 1924, la frequentazione dei litorali romagnoli lo portò ad elaborare una nuova poetica legata a meditazioni sul dato umano, filtrato dalla tradizione locale. Dopo il 1950, in seguito al suo trasferimento a Buttrio (Udine), continuò la sua ricerca pittorica incentrando la sua riflessione su scene contadine e agresti, con una rinnovata attenzione al paesaggio del territorio friulano.

Majani lavorò a lungo su dipinti di ispirazione storico-sociale (noto è il cosiddetto Trittico garibaldino, oppure Mentana, intense narrazioni delle avventure dei Mille), sviluppando un vivo sentimento degli ultimi, appassionandosi alle questioni dei lavoratori (I disoccupati) all’idea dell’appartenenza sociale e infine misurandosi anche con i temi religiosi (Consummatum est e L’ombra della Croce).

Fu però la semplicità dell’uomo vissuta nella vita quotidiana ad attrarre il suo definitivo interesse.

Come artista fu celebre soprattutto per le goliardiche caricature di personaggi e le situazioni ludiche della vita bolognese.

La mostra è accompagnata da un catalogo di 180 pagine, 90 illustrazioni a colori, con testi di Francesca Sinigaglia, Ilaria Chia, Ramona Loffredo, Elisa Spilinga. Il catalogo e il regesto dettagliato a colori di tutte le opere ad olio di Augusto Majani sono a cura di Francesca Sinigaglia.

Share Button