Art Site Fest. Carlo D’Oria / Project-To


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Fino al 28 gennaio prossimo, Carlo D’Oria espone le sue opere nei suggestivi spazi della Nuvola Lavazza, Area Archeologica del Museo Lavazza, Torino, dove si svolge anche Project-To, entrambi per la cura di Domenico Maria Papa.

L’edizione 2021 di Art Site Fest è dedicata al tema della “Prossimità” declinato nei diversi linguaggi della contemporaneità, proseguendo il dialogo con i musei d’impresa avviato nel 2018, accoglie oggi due interventi site specific: un’installazione di Carlo D’Oria e un percorso sonoro di Project-To.

Scoperta nel 2014 durante i lavori di realizzazione del nuovo centro direzionale del Gruppo Lavazza, l’Area Archeologica del Museo Lavazza attesta l’esistenza della basilica paleocristiana di San Secondo datata tra IV e V secolo d.C. e circondata da un consistente gruppo di sepolture tardoantiche.

Lo scultore torinese, formatosi all’Accademia Albertina di Belle Arti, esplora in tutta la sua produzione il tema della fragile e precaria condizione umana che affronta nella polarità tra individualità e moltitudine. Nelle sue opere, forme e linee essenziali, figurazioni plastiche minimali, geometrie e ingranaggi, colori e materiali concorrono a dare vita a un universo popolato di tracce della presenza umana.
L’universo di D’Oria è popolato di figure stilizzate ed essenziali, di corpi condotti alla loro estrema e rarefatta geometria. Il disegno, anch’esso asciugato fino a diventare una linea, fa da contrappunto alla pesantezza della materia.
Le grandi sagome realizzate dall’artista giocano tra pieno e vuoto, tra positivo e negativo, applicando la lezione della lunga tradizione della scultura, senza dimenticare la modernità e soprattutto Giacometti. Dalla modernità D’Oria trae l’uso della moltiplicazione che diventa quasi seriale. Le sue forme, infatti, proliferano fino a diventare intricate strutture, fitte arborescenze e, in questo senso, la scultura può assumere una valenza installativa.
È un progetto unitario che si articola per parti, in modo da connettere i tre contesti storici in un’unica opera. Ciascuna delle installazioni comprende sculture in scatolare di metallo verniciato che riproducono figure umane stilizzate, nella dialettica singolarità e moltitudine, ciascuna collocata e commisurata alle dimensioni fisiche e percettive dei tre spazi scelti.
Per l’Area Archeologica del Museo Lavazza la “prossimità” dei Titani di D’Oria che abitano questo luogo è connessa al progetto di sonorizzazione site-specific proposto da Project-To, intitolato Mormoranti. Un insieme di voci e frasi distribuite nello spazio, animano la necropoli e si materializzano in vari punti dell’area, cercando il dialogo con lo spettatore. Le voci si alternano e si compongono, disgregandosi ma generando punti di attrazione. Le frasi sono elaborate e combinate in tempo reale da un algoritmo. Un computer le sceglie in modo casuale e le ricompone in modo sempre differente, all’infinito.

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