Lorenzo Bruschini. Scendeva simile alla notte


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Presso il Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, la Fondazione Andrea Cefaly propone una mostra di Lorenzo Bruschini (Frascati, 1974), ispirata al progetto d’arte Viaggio a Hierapytna, con cui l’artista vince nel 2014 il concorso internazionale Artamari Residency-Parallel Project sull’isola di Creta (Grecia).

La mostra, aperta fino al 12 dicembre prossimo, è curata da Giuliana Stella e si compone di oltre 80 opere fra disegni e dipinti realizzati da Lorenzo Bruschini tra il 2006 e il 2021, il libro d’artista “Scendeva simile alla notte”, prodotto sull’isola di Creta e la video-installazione Utopia, commissionata nel 2019 dall’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici.
Il verso dell’Iliade che dà il titolo alla mostra, “Scendeva simile alla notte” e che nel poema omerico è riferito al dio Apollo, è qui rivolto anche alla figura di Dioniso, dio greco del vino e dell’ebbrezza, archetipo della vita indistruttibile secondo la celebre definizione di Károly Kérenyi.
Hierapytna è l’antico nome greco di una leggendaria città situata sulla costa sud-orientale dell’isola di Creta, le cui origini si perdono nel tempo. Essa è stata la mèta del viaggio di ricerca realizzato da Lorenzo Bruschini, un triplice percorso a ritroso: geografico, da Delfi ad Olimpia, da Tebe ad Atene sino a Creta ai confini d’Europa; storico, risalendo il tempo sino alle origini della civiltà minoica; interiore, alla ricerca dell’identità intesa come mistero e labirinto.
La ricerca artistica di Lorenzo Bruschini è volta alla rappresentazione di un mondo interiore in continuo confronto con la realtà esterna, un teatro onirico di fili sospesi fra psiche e realtà in cui l’artista, secondo un’osservazione di C.G. Jung, subisce il simbolo che gli si impone. “Ogni immagine è frammento d’un discorso perduto, memoria esegetica d’un infinito diario di viaggio: non una semplice narrazione ma racconto onirico convulso, reso concitato dall’intercalare ritmico di zone gettate in primo e secondo piano; figure apparentemente semplici ed essenziali costituiscono il traslato simbolico d’un’altra possibile esistenza che scorre parallela, che scorre invisibile, tra le vene della pittura”, afferma Lidia Reghini di Pontremoli. Mentre la curatrice della mostra, Giuliana Stella, nel suo testo in catalogo edito da De Luca Editori d’Arte, afferma “…nelle opere di Lorenzo Bruschini i miti e i simboli, il mistero e il rivelato, diventano una personale cosmogonia in cui nuove rappresentazioni si fondono con un immaginario scaturito nei secoli, che trova ancora profonde risonanze nello straordinario rapporto tra l’antica Grecia e il nostro sud Italia, particolarmente in Calabria”.

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