Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione


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Fino al 13 febbraio 2022, la GAMeC di Bergamo ospita la grande mostra collettiva “Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione”, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, che rappresenta il secondo capitolo della Trilogia della Materia, un progetto espositivo pluriennale inaugurato nell’ottobre 2018 che prevede un ciclo di tre mostre, accompagnate da altrettante pubblicazioni, contraddistinte dalla presenza di autori e opere di generazioni diverse.

Questa seconda mostra in programma rivolge lo sguardo al lavoro di quegli artisti che, in momenti diversi, hanno indagato le trasformazioni della materia traendo ispirazione dalla vita degli elementi per sviluppare una riflessione sulla realtà delle cose, sul mutamento e sul tempo.

La mostra occupa interamente gli spazi della GAMeC sviluppando un percorso di forte impatto sensoriale, data la natura materica e sinestetica delle numerose opere esposte, provenienti da importanti collezioni internazionali, sia pubbliche sia private. Le quattro sezioni della mostra, Fuoco, Terra, Acqua e Aria, riferiscono agli elementi naturali, intesi come stati di aggregazione della materia, e ne sondano le relazioni e le trasformazioni: fuoco/stato ardente; terra/stato solido; acqua/stato liquido; aria/stato gassoso.

Victor Brauner, Étude pour “La Naissance de la matière”, 24 aprile 1940 (particolare) / Gouache su carta, 27,5 x 21,2 cm. Marseille, Musée Cantini. Acquisito nel 1995, Inv.: C.95.7. Image des musées de la ville de Marseille. © 2021. RMN-Grand Palais / Dist. Foto SCALA, Firenze © Victor Brauner, by SIAE 2021

Attraverso queste opere, la mostra compone un quadro articolato capace di mettere in luce il forte legame che da sempre lega gli artisti alla chimica degli elementi e alle trasformazioni della materia.

L’esposizione raccoglie opere di periodi diversi tra loro, dalle creazioni dada e surrealiste, indicative dell’interesse di alcuni autori, come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray o Leonora Carrington, per il tema dell’alchimia, alle produzioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie, da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson a Hans Haacke, includendo le composizioni di alcuni artisti affini alle poetiche dell’Arte Povera, Pier Paolo Calzolari e Paolo Icaro, opere scultoree e installazioni di autori emersi negli anni Ottanta, come Rebecca Horn o Liliane Lijn, fino ad arrivare alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artisti internazionali delle ultime generazioni, come Olafur Eliasson, Wolfgang Tillmans, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga, Erika Verzutti e numerosi altri.

Il catalogo è costituito dai contributi dei due curatori e da approfondimenti sulle opere in mostra affidati a storici dell’arte e curatori internazionali. Ogni sezione è introdotta da un testo di natura scientifica che indaga le tematiche della mostra dalla prospettiva di esperti ricercatori.

Accompagnano la mostra anche un ricco programma di attività per le scuole e un ciclo di incontri aperti al pubblico che vedranno la partecipazione di scienziati, ingegneri, chimici, storici dell’arte, artisti e filosofi.

Il programma, che prevede anche proiezioni di film, documentari e opere in video, si avvarrà per alcune parti della collaborazione di BergamoScienza e sarà orientato alla divulgazione scientifica e alla sensibilizzazione verso i linguaggi dell’arte, affrontando tematiche di vario genere, dalle nuove scoperte della chimica alle applicazioni del sapere nei diversi campi dell’industria, fino al rapporto tra arti visive e scienza.

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