Il MART di Rovereto, fino al 9 gennaio 2022, dedica una mostra ad Alceo Dossena (1878-1937), “autentico falsario” e autore di una ricca produzione di opere scultoree realizzate nello stile e con le tecniche dei maestri antichi e rinascimentali. A lui, infatti, si deve l’esecuzione di veri e propri capolavori capaci di ingannare l’occhio dei più esperti, che li attribuirono a Donatello, Simone Martini, Giovanni e Nino Pisano, Andrea del Verrocchio e ad altri celebri artisti del passato
Oltre cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private presentano la più vasta selezione di opere di Dossena finora esposta al pubblico.
Le sue opere raggiunsero risultati di una qualità tale che vennero acquistate dai più grandi musei del mondo, per il tramite di antiquari che gli suggerivano i soggetti e gli fornivano i materiali. Spesso non si trattava di copie di esemplari noti, ma di modelli originalirealizzati secondo i dettami stilistici e le tecniche esecutive dell’antichità classica, del Due-Trecento o del Rinascimento.
Lo scandalo scoppiò nel 1928, quando Dossena interruppe ogni rapporto con gli antiquari e aprì le porte del suo studio romano a H.W. Parsons, storico dell’arte e consulente di numerosi musei americani, mostrandogli le fotografie che documentavano tutta la sua produzione. Da questo momento, l’artista cominciò a firmare e datare i suoi lavori, alternando la creazione di opere in stile antico e altre di gusto contemporaneo.
L’atelier di Dossena, immortalato in un documentario del 1929, è idealmente rievocato nella prima sala dell’esposizione, seguita da una sezione dedicata al falso nell’arte tra Otto e Novecento. Nel percorso, realizzato con più di cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private, trovano posto anche due confronti con “falsi” recenti: le celebri teste realizzate per protesta dallo scultore Angelo Frogliae per scherzo da Pietro Luridiana, Pier Francesco Ferruccie Michele Ghelarducci, autori della “beffa delle false teste di Modì” attribuite ad Amedeo Modigliani; infine alcuni dipinti di Lino Frongia, copie dall’antico in cui l’artista unisce una grande abilità tecnica e una sorprendente capacità di immedesimarsi nelle opere dei maestri.