Il falso nell’arte. Alceo Dossena e la scultura italiana del Rinascimento


Stampa

Il MART di Rovereto, fino al 9 gennaio 2022, dedica una mostra ad Alceo Dossena (1878-1937), “autentico falsario” e autore di una ricca produzione di opere scultoree realizzate nello stile e con le tecniche dei maestri antichi e rinascimentali. A lui, infatti, si deve l’esecuzione di veri e propri capolavori capaci di ingannare l’occhio dei più esperti, che li attribuirono a Donatello, Simone Martini, Giovanni e Nino Pisano, Andrea del Verrocchio e ad altri celebri artisti del passato

Oltre cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private presentano la più vasta selezione di opere di Dossena finora esposta al pubblico.

Alceo Dossena, Erma di Maria Luigia d Asburgo, da Antonio Canova, 1912-1915c, Museo Glauco Lombardi

Le sue opere raggiunsero risultati di una qualità tale che vennero acquistate dai più grandi musei del mondo, per il tramite di antiquari che gli suggerivano i soggetti e gli fornivano i materiali. Spesso non si trattava di copie di esemplari noti, ma di modelli originalirealizzati secondo i dettami stilistici e le tecniche esecutive dell’antichità classica, del Due-Trecento o del Rinascimento.
Lo scandalo scoppiò nel 1928, quando Dossena interruppe ogni rapporto con gli antiquari e aprì le porte del suo studio romano a H.W. Parsons, storico dell’arte e consulente di numerosi musei americani, mostrandogli le fotografie che documentavano tutta la sua produzione. Da questo momento, l’artista cominciò a firmare e datare i suoi lavori, alternando la creazione di opere in stile antico e altre di gusto contemporaneo.
L’atelier di Dossena, immortalato in un documentario del 1929, è idealmente rievocato nella prima sala dell’esposizione, seguita da una sezione dedicata al falso nell’arte tra Otto e Novecento. Nel percorso, realizzato con più di cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private, trovano posto anche due confronti con “falsi” recenti: le celebri teste realizzate per protesta dallo scultore Angelo Frogliae per scherzo da Pietro LuridianaPier Francesco FerrucciMichele Ghelarducci, autori della “beffa delle false teste di Modì” attribuite ad Amedeo Modigliani; infine alcuni dipinti di Lino Frongia, copie dall’antico in cui l’artista unisce una grande abilità tecnica e una sorprendente capacità di immedesimarsi nelle opere dei maestri.

Share Button