Marcello Lo Giudice. Sun and Oceans Paintings


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Fino al 29 agosto, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra di Marcello Lo Giudice (Taormina, 1957) “Sun and Oceans Paintings”, curata da Claudio Cerritelli, mostra che fa parte de “La Bella Estate”, il palinsesto culturale estivo promosso dal Comune di Milano che, fino al 21 settembre, proporrà ai milanesi e ai visitatori della città un ricco calendario di iniziative artistiche, culturali, sportive, ricreative e del tempo libero.

Marcello Lo Giudice, Eden blu turchese, 2015, olio e pigmento su tela cm 165×180

“Pittore tellurico”, lo definiva così il critico francese Pierre Restany, e spiegava come, nei suoi lavori, “colori, materia e luci si fondono insieme per creare suggestivi remoti paesaggi geologici dove la natura viene rappresentata come purezza della terra ed energia della luce”. Nelle opere di Lo Giudice ci sono il mare, la lava, la terra brulla, quella natura selvaggia che la sua pittura materica sembra riuscire a dominare; incontriamo gli Eden Blu, emblema della “mia isola dove si consumano le esistenze con questo colore profondo”, e ancora i Totem, capaci al tempo stesso di rievocare e di scongiurare ogni male.
“Sun and Oceans Paintings” è un racconto intimo, sussurrato, la biografia di un artista che mette in dialogo le sue origini con il proprio divenire. Al tempo stesso, è un omaggio all’ambiente, perché Lo Giudice ha da tanti anni a cuore le tematiche ecologiche, consapevolmente sviluppate vista la sua formazione scientifica. In che modo, senza la natura, potremmo comprendere il senso della vita? Dove troveremmo il conforto necessario per affrontarla, con i suoi guai e i suoi affanni? Occorre salvaguardarla e il pittore tellurico sa farlo in modo personalissimo, cristallizzandola per sempre sulle superfici delle sue tele.
Dalla Sicilia alla Costa Azzurra, passando attraverso Milano, la mostra di Palazzo Reale riassume in un unico sguardo un viaggio lungo una vita, dove la gioia e lo stupore per il creato si alternano a crepe, a increspature vibranti, a insanabili abrasioni. “Ci si perde in una terra sotterranea ed emergente”, scriveva, parlando delle opere di Lo Giudice, il letterato Giorgio Pressburger, “trovandovi a sorpresa il rosso del magma, il giallo infiammato di un sole, la profonda azzurrità del mare. Ed infine solo l’accecante volo d’una farfalla ci ricorderà che siamo vivi”.
Il catalogo è realizzato da Skira, con testi di Claudio Cerritelli, Milovan Farronato e Giorgio Pressburger.

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