In occasione dei 150 anni dalla nascita, il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, celebra Giacomo Balla con un progetto eccezionale: l’apertura al pubblico, per la prima volta, della sua incredibile casa futurista a via Oslavia a Roma, opera d’arte totale, e una mostra al MAXXI, fino al 21 novembre.
Il progetto è prodotto e realizzato dal MAXXI in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e il contributo di Banca d’Italia e degli sponsor Laura Biagiotti, Mastercard e Cassina.
Giacomo Balla (Torino 1871- Roma 1958) visse e lavorò nella casa romana dal 1929 sino alla morte. La casa è protetta da vincolo di tutela dal 2004. Un appartamento anonimo e borghese che la famiglia Balla trasforma in una vera e propria opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione fatto di pareti e porte dipinte, mobili e arredi decorati, utensili autocostruiti, quadri e sculture, abiti disegnati e cuciti in casa e tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale.
Una casa piena di luce, colore e movimento che riflette le idee del manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’Universo firmato da Balla e Fortunato Depero nel 1915 ma che va persino oltre. Per Balla il dinamismo futurista si traduce in un continuo creare.

Alcune importanti opere lì conservate, tra cui disegni e bozzetti preparatori recentemente restaurati dalla Soprintendenza Speciale di Roma ed esposti in parte nella casa in parte al MAXXI, testimoniano le diverse fasi di ricerca dell’artista torinese, da un iniziale periodo figurativista a cavallo tra i due secoli all’estetica e ideologia futurista degli anni Dieci-Venti.
Il progetto è costituito anche di una mostra ospitata nella Galleria 5 del MAXXI, che accoglie arazzi, disegni, bozzetti, mobili, arredi originariamente parte di Casa Balla, che dialogano con otto nuove produzioni di architetti, artisti e designer contemporanei internazionali: Ila Bêka e Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Jim Lambie, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular, Cassina con Patricia Urquiola.
Tra le opere, la porta del celebre Studiolo rosso, disegni e studi per vestiti, come quello realizzato per Luce, provenienti dalla Fondazione Biagiotti Cigna e dalla Collezione Laura e Lavinia Biagiotti, che dispongono di un patrimonio di oltre 300 opere di Balla, il cui nucleo principale è formato da lavori e studi sul design e sulla moda.
Il percorso di mostra si apre già nella hall del museo con l’installazione “The Strokes” (Surround Sound) di Jim Lambie pensata per i due ascensori che portano il visitatore verso la Galleria 5. Proseguendo, si incontra il lavoro di Leonardo Sonnoli, “Composizioni tipografiche”, che reinterpreta 5 parole e concetti cari a Balla (non vedere doppio, non dirlo, tik tak, universo, modificante). Il film “La grotta del futuro anteriore” di Bêka e Lemoine realizzato in presenza nella casa di via Oslavia. Opera d’arte totale di spirito balliano è “Come la luna si vede a volte in pieno giorno” di Alex Cecchetti che unisce danza, musica, performance, moda. Emiliano Maggi realizza tre sculture di legno, bronzo e specchio, ognuna intitolata “Notturno”, che rimandano all’interesse di Balla per la dimensione onirica e immaginifica del sonno e della notte. Il corpo di fotografie “Senza titolo” di Carlo Benvenuto crea un’atmosfera rarefatta ritraendo oggetti domestici provenienti dalla sua casa che evocano la quotidianità di Casa Balla. Ricerca e innovazione caratterizzano il progetto di Cassina con Patricia Urquiola, che disegna un grande tavolo “The Communal Table” ispirato alle asimmetrie e ai tagli diagonali dei mobili di Balla. Infine, la versione filmica del lavoro digitale “Camera Balla” di Space Popular: una ricostruzione virtuale di Casa Balla progettata senza averne mai visto lo spazio fisico, ma solo attraverso le suggestioni dei racconti e delle immagini.
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi con testi di Fabio Benzi, Domitilla Dardi, Eleonora Farina, Elena Gigli, Bartolomeo Pietromarchi, Emanuele Trevi (Marsilio editori). Corredano il libro le schede dei lavori degli artisti contemporanei e il regesto completo delle opere di Giacomo Balla in mostra.