In occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante il MAXXI, Museo delle Arti del XXI secolo di Roma, presenta “L’Inferno di Dante” di Valentina Vannicola, fino al 26 settembre, progetto che entra quest’anno nelle Collezioni di Fotografia.
Si tratta di un racconto sintetico, serrato, ma anche sottilmente simbolico, che interpreta le parole di Dante come fossero una sceneggiatura e le restituiscono in forma di immagini.

Dall’ingresso attraverso la porta dell’Inferno, passando per le anime dei dannati in attesa sulle rive dell’Acheronte, quelle dei sospesi nel limbo, quelle dei simoniaci, condannati a ad essere capovolti nella terra, e ancora il corpo solo vegetale dei suicidi e le anime trascinate dalla bufera di Paolo e Francesca, l’autrice ci conduce in un viaggio immaginifico attraverso i Cerchi dell’Inferno.
La serie si compone di quindici fotografie, ambientate nella maremma laziale e realizzate coinvolgendo come attori gli stessi abitanti.
Valentina Vannicola (1982) è un’artista che trae ispirazione dalla letteratura e la traspone in immagine, attraverso un calibrato e corale lavoro di sceneggiatura e regia. Per realizzare la traduzione visiva del testo Valentina Vannicola è protagonista di molti settori del fare artistico, rivestendo i panni della lettrice attiva e poi di scenografa, costumista, sceneggiatrice ed infine di fotografa dei set che pianifica con maestria; la fotografia è, dunque, il risultato di un processo che prevede l’attraversamento di tutte queste competenze specifiche.
Nel 2011 Valentina ha realizzato un nuovo lavoro ispirato ai Canti dell’Inferno di Dante Alighieri, costituito da una grande disegno e da 15 scatti che visualizzano alcuni dei momenti salienti del viaggio del poeta tra i dannati.