Raffaele Cioffi. Soglie 2018-2020


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Al MAC, Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, fino al 25 aprile è allestita la mostra dedicata a Raffaele Cioffi (Desio, Milano, 1971) che espone per la prima volta in questo spazio pur essendo Lissone la città dove ha sviluppato gli ultimi anni di ricerca. L’esposizione, curata da Alberto Barranco di Valdivieso, è il coronamento di una attività trentennale presso gallerie private e istituzioni pubbliche, in Italia e nel mondo.

Questa mostra presenta lavori inediti degli ultimi due anni e, soprattutto, grandi tele realizzate appositamente per gli spazi del Museo, opere che aprono un capitolo nuovo nel percorso dell’artista; un lavoro di grande accuratezza, che esprime esiti di una raggiunta maturità intellettuale, pur conservando l’istinto sensuale per la disciplina pittorica che da sempre alimenta il suo impegno.

Raffaele Cioffi con Alberto Barranco

L’artista manifesta, oggi più che mai, la capacità di declinare il linguaggio di una pittura che si dilata nel suo spazio suggerendone l’estensione oltre lo stesso supporto, secondo paradigmi che superano l’articolazione della “pittura in sé”. Cioffi rimane entro quello spazio di esperienza, seguendo un metodo di lavoro coerente, senza fare proprio il distacco emozionale e “narrativo” della scuola aniconica. L’artista sceglie, piuttosto, una direzione evocativa e poetica fatta di colore e di luce. Le sue composizioni, dai movimenti cromatici fibrillanti e porosi, costruite con una complessa tecnica di sovrapposizione dei pigmenti e con un movimento del pennello pivotante e nervoso, permettono di coinvolgere l’osservatore attraverso una esperienza di profondità e intensità iper-dimensionali. Le particelle di colore, che sembrano dissolversi in un moto perpetuo e metafisico, si rivelano allo sguardo per gradi successivi, disegnando misteriose “soglie” oscillanti e fulcri ottici in continua pulsazione verso vettori che oltrepassano il piano fisico della tela. Una ricerca, quella di Cioffi, che volutamente non si ferma alla semplice immanenza dell’oggetto pittura ma esprime il desiderio appassionato, feroce, doloroso, finanche romantico, di trascendere la nostra dimensione reale, la dimensione nella quale esiste l’opera ed esiste l’osservatore.

La ricerca artistica di Raffaele Cioffi testimonia l’esistenza di ulteriori possibilità di immaginazione e di comprensione, oltre le nostre paure, indotte o autoindotte. Le sue “macchine pittoriche”, i suoi portali, agiscono tramite il meccanismo – ancora in gran parte misterioso – che l’arte provoca nell’essere umano, non solo nella sua mente razionale ma nella sfera istintiva più profonda, in quelle zone segrete che sono i veri accessi alla libertà dalle catene della “verità tangibile”. Per Cioffi la pittura è il diaframma liberatorio e la spinta motrice verso dimensioni che, da sempre, sono presenti dentro di noi.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo a cura di Alberto Barranco di Valdivieso con i testi di Claudio Olivieri e Roberto Casiraghi.

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