Giuseppe Bossi e Raffaello


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Il mito di Raffaello attraverso lo sguardo di Giuseppe Bossi, nei suoi disegni e nella sua collezione è la mostra al Castello Sforzesco di Milano, realizzata a cura di Claudio Salsi con la collaborazione di Alessia Alberti, Giovanna Mori e Francesca Tasso.

Giuseppe Bossi, Danza di putti, inizio XIX secolo, Tempera e olio su carta, Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni

Il progetto espositivo ed editoriale prende avvio dalle collezioni del Castello Sforzesco, da una parte celebrando il divin pittore e dall’altra raccontando la figura di un artista e intellettuale che ancora offre spunti di grande novità. A partire da un prezioso nucleo di opere, la mostra si propone di portare all’attenzione del visitatore un particolare aspetto della fortuna di Raffaello a Milano tra la fine del Settecento e il principio dell’Ottocento: la ricezione attraverso l’arte, il gusto collezionistico e gli scritti di una personalità di spicco in quell’epoca.
Tra opere su carta e maioliche, l’esposizione, allestita nelle Sale dell’Antico Ospedale Spagnolo, è accessibile al pubblico fino al 30 maggio prossimo, con ingresso gratuito e prenotazione consigliata.
è possibile anche una visita virtuale fruibile dal sito www.milanocastello.it e realizzato da SkiraLiving3d.
Giuseppe Bossi (1777-1815), originario di Busto Arsizio (VA), fu protagonista del Neoclassicismo a Milano e, più in generale, in Lombardia. Lasciò un’impronta nella cultura del suo tempo anche grazie all’incarico di segretario dell’Accademia di Belle Arti di Brera e alle strette connessioni con personaggi della politica e della nobiltà. Parte della sua raccolta di maioliche e di sculture è conservata al Castello Sforzesco di Milano. La sua ricca collezione di disegni, con opere di artisti come Leonardo, Michelangelo e Raffaello, è custodita alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Il progetto è parte di Raffaello. Custodi del Mito in Lombardia, iniziativa che unisce Fondazione Brescia Musei, Castello Sforzesco di Milano e una serie di istituzioni della regione, come culmine del cinquecentenario.

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