Humus. Andrea Francolino


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Al Museo Novecento di Firenze è allestita, fino al 17 dicembre, “Humus”, la personale di Andrea Francolino, realizzata a cura di Sergio Risaliti e Luca Puri, che nasce da un’attenta osservazione della natura e delle relazioni tra gli stati europei, le loro identità culturali e il futuro sostenibile, unendo tutti nell’orizzonte della cura del pianeta: 28 bandiere, una per ogni stato membro dell’Unione Europea e una, collettiva, che riunisce e rappresenta insieme tutte le nazioni dell’Europa unita, sono state installate dall’artista nel loggiato del museo. Su ciascuna bandiera sono visibili le coordinate gps riferite alle sedi dei singoli parlamenti, un modo discreto e univoco per rivelare attraverso la posizione geografica il proprio posto nel mondo facendo riferimento a quei luoghi dove gli uomini con le proprie decisioni determinano o meno gli equilibri. La disposizione di ciascun vessillo richiama quella dei rappresentanti dei singoli Paesi quando, seduti assieme, possono incidere con le loro scelte sulle sorti del pianeta.

Andrea Francolino, Humus

L’emergenza ecologica e il forte impegno che singoli e nazioni hanno messo in campo per la salvaguardia del pianeta sono i punti di riflessione di Andrea Francolino che affronta questo tema auspicando un futuro unito da un intento comune di salvaguardia: “Di fronte a tutto questo crolla ogni differenza di credo, razza, cultura o provenienza, perché la Terra è una e la stessa per tutti.”

La creazione di un terreno comune e ricco di nutrimento è la base di questa ricerca, che annulla ogni tipo di differenza tra le nazioni, senza però rinnegare la biodiversità culturale, sociale e antropica che le contraddistingue. Lo studio di Francolino si concentra su un’azione specifica che la Natura compie sapientemente ed intelligentemente per la protezione del suolo: la pacciamatura, ovvero la pratica di ricoprire il terreno di materiale organico per mantenerne l’umidità, proteggerlo dall’erosione e contenerne la temperatura.

Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, spiega:  “L’humus a cui ci obbliga a pensare Andrea Francolino è il terreno comune sul quale viviamo e sperimentiamo il nostro stare al mondo, utilizzando una potenza tecnologica pressoché illimitata e fin troppo distruttiva e offensiva nei confronti del pianeta e degli altri. La Terra, comune a tutti, cancella i confini e la difesa delle “etnie” decade di significato e funzione, davanti alla difesa della natura, alla salvaguardia dell’humus collettivo. Da Madre Natura dobbiamo poi imparare come convivere armonicamente con l’entropia e come accettare i cambiamenti. Pensare e agire nell’ottica di un tempo meno violento e catastrofico e quanto più naturale e cosmico.”

La mostra è realizzata con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e in collaborazione con Mazzoleni, London–Torino.

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