Fernando De Filippi. Arte


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In occasione degli ottant’anni di Fernando De Filippi, il Museo provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce dedica all’artista una mostra antologica, aperta fino al 2 ottobre, promossa da Regione Puglia, assessorato all’industria turistica e culturale, Polo biblio-museale di Lecce, Teatro Pubblico Pugliese e con il patrocinio del Comune di Lecce e dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, che si inserisce nell’alveo del protocollo d’intesa firmato alcuni mesi fa in merito alla valorizzazione e alla messa in rete dei musei e degli spazi espositivi della città. Le grandi sale della Pinacoteca del Museo Castromediano accolgono così il lavoro di una lunga ricerca del maestro leccese che ha alle spalle un’intensa storia di ricerca, militanza culturale e una prestigiosa attività espositiva. La mostra, suddivisa in specifiche sezioni, analizza in maniera sistematica la sua indagine sin dai primi anni Sessanta, attraverso le opere legate a un personale impegno politico e sociale, declinato mediante iconografie legate alla Pop-Art, ma assolutamente autonome rispetto alle istanze americane, per poi giungere, attraverso l’analisi dell’iconografia di Lenin, alle performance, alle scritte sulla sabbia legate agli scritti teorici di Marx e poi, dagli anni Ottanta, alla mitologia e alla costruzione di un immaginario in cui l’iconografia dell’albero assume una determinata centralità. Si approda poi agli anni Duemila, con le opere realizzate con l’ausilio delle nuove tecnologie, in cui il fuoco e la riflessione sull’alchimia evidenziano particolari visioni. In mostra anche documenti e materiali legati alla sua storia d’artista e intellettuale e una video-intervista inedita con l’artista.

Fernando De Filippi, In forma di sequenza, 1970, cm 100×100


Nel percorso ormai sessantennale di Fernando De Filippi è possibile rileggere i principali momenti del dibattito artistico internazionale dalla seconda metà del ‘900 ad oggi. Lui c’è sempre, senza pause, testimone e primo attore. Egli è pittore scultore grafico, pratica installazione e fotografia, attraversa un’importante fase comportamentale con azioni d’impronta politico-ideologica e concettuali (e relative derivazioni filmico-fotografiche), ritorna ancora alla pittura, ma per il tramite di elaborazioni digitali. Si delinea così il profilo esemplare di una ricerca caratterizzata da una rigorosa e insieme flessibile visione mentale e analitica che tuttavia non rinuncia alla “poesia”, sia pure in una forma priva di ogni ingenuità o lirismo, nata dalla stessa esigenza di riflessione, inesauribile nel suo proporsi. Il tema della memoria, come meccanismo sovratemporale che ricuce gli eventi del tempo in una ricostruzione personale che subito si confronta e si apre alla dimensione storica e sociale, attraversa tutte le stagioni di questo percorso: in un continuo andirivieni tra passato (non solo personale, ma universalmente mitico) e presente (come storia e ideologia), tra atemporalità dell’arte e tempo storico.
La mostra, coordinata da Luigi De Luca e curata da Brizia Minerva e Lorenzo Madaro, fa quindi il punto su tutta la sua indagine, come rivela anche il catalogo, edito da Prearo, che accoglie anche un denso apparato iconografico e testi dei curatori.

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