Mio vanto, mio patrimonio


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A Palazzo Piccolomini di Pienza (SI), fino al 10 gennaio 2021, è composta una mostra di opere dell’arte del ‘900 appartenenti alla collezione di Leone Piccioni, realizzata a cura di Piero Pananti e Gloria Piccioni.

Graham V Sutherland-dal Bestiario , 1968, tecnica mista su cartone telato

Il titolo, riferito al collezionista, precisa “la visione di Leone Piccioni” e indica che quel Novecento in pittura è quello che è stato scelto, riunito e appeso alle pareti della sua casa da Piccioni, appunto, nel corso di una intera vita.
Dietro ciascuna delle oltre 95 opere esposte al Museo della Città c’è una frequentazione, una precisa assonanza, un richiamo con la poesia o la letteratura, un pensiero condiviso. Ma anche la semplice emozione d’un momento.
L’elenco, in rigoroso ordine alfabetico degli artisti della Collezione Piccioni, comprende i nomi di: Afro Basaldella, Remo Bianco, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Mario Ceroli, Filippo De Pisis, Piero Dorazio, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Remo Formichi, Giosetta Fioroni, Franco Gentilini, George Grosz, Renato Guttuso, Carlo Guarienti, Mino Maccari, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Mario Marcucci, Giorgio Morandi, Ennio Morlotti, Aleardo Paolucci, Ottone Rosai, Piero Sbarluzzi, Mario Schifano, Gregorio Sciltian, Graham V. Sutherland, Venturino Venturi.
Presenti in Collezione talvolta con più opere, anche diversissime per caratteristiche e dimensioni.
Piero Pananti e Gloria Piccioni, figlia di Leone, che curano la mostra pientina, sottolineano lo spirito con cui è stata nel tempo costituita la Collezione: “l’amore per il bello e per la cultura, l’impulso per la condivisione delle arti e della conoscenza, le affinità elettive che legano il critico ai pittori, poeti, intellettuali suoi amici”. E viene subito alla memoria la lunga vicinanza di Piccioni con Ungaretti e la scelta di Dorazio per illustrare “La Luce”, sua raccolta di poesie degli anni 1914 – 1961. Perché Piccioni, da autentico intellettuale, non si pone steccati, cercando semmai assonanze tra pittura, letteratura, poesia, musica, teatro… All’interno di quella Cultura che sapeva realmente divulgare nelle sue trasmissioni televisive, quando la tv era ancora uno strumento, forse “lo” strumento, di crescita anche culturale di un’Italia alla ricerca di una nuova identità negli anni difficili ma vitali del secondo dopoguerra.

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