Sguardi di Novecento Giacomelli e il suo tempo


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A Palazzo del Duca di Senigallia (AN), fino al 7 giugno la mostra “Sguardi di Novecento: Giacomelli e il suo tempo” riunisce i grandi maestri della fotografia del Novecento come Robert Doisneau, Gianni Berengo Gardin, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, Kikuji Kawada, Jacques Henri Lartigue, Herbert List, Nino Migliori, Paolo Monti, Leo Matiz, Ara Güler, in dialogo con il fotografo senigalliese Mario Giacomelli, al quale la città rende omaggio nei vent’anni della sua scomparsa.

Mario Giacomelli Scanno 1957 e 1959, Gelatin Silver, Courtesy Collezione Civica Senigallia ©Archivio Eredi Mario Giacomelli

La sezione a Palazzetto Baviera invece vuole raccontare l’avventura del Gruppo Misa dove lo stesso Giacomelli mosse i suoi primi passi. Uno scorcio potente e affascinante e allo stesso tempo una ricognizione, seppur parziale, sul mondo della fotografia all’interno del quale Giacomelli ha operato, composta senza la volontà di sottendere influenze, prestiti diretti o indiretti, ma con l’obiettivo di giustapporre e contrapporre le sue opere con quelle dei fotografi a lui contemporanei e far emergere la profonda originalità della ricerca del Maestro senigalliese. L’esposizione prende spunto e si ispira a The Photographer’s Eye la grande mostra curata da John Szarkowski, direttore del Dipartimento di Fotografia presso il MoMA di New York dal 1962 al 1991, allestita proprio nel museo newyorkese nel 1964. Quello fu il primo vero riconoscimento internazionale di Giacomelli che fu esposto insieme ad autori internazionali come Richard Avedon, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Walker Evans e molti altri.

Questa mostra non vuole essere una ricognizione onnicomprensiva ed esaustiva dei tanti fotografi che attivamente hanno partecipato a quel periodo, ma una selezione di quelli che possono essere messi in dialogo, ideale o reale che sia, con il lavoro di Giacomelli. E quindi c’è Nino Migliori, vicino al Gruppo Misa nei primi anni di carriera e Paolo Monti, grande fotografo, fondatore del gruppo La Gondola, contraltare de La Bussola fondata da Giuseppe Cavalli; e ancora Gianni Berengo Gardin, amico di Giacomelli, spesso accostato per il lirismo dei suo scatti a Henri Cartier-Bresson, altro autore presente in mostra. Per rimanere sempre in Francia in mostra c’è Robert Doisneau antesignano della street photography contemporanea, Brassaï francese naturalizzato e soprannominato l’”occhio di Parigi”, Jacques Henri Lartigue che intreccia la sua attività di fotografo a quella di pittore. E ancora in Europa il tedesco Herbert List, celebre per le sue foto di moda e i nudi maschili. Dall’Europa al resto del mondo con Ara Güler, fotoreporter, storico e documentarista che per 60 anni ha ritratto le metamorfosi di Istanbul, Kikuji Kawada, e il colombiano Leo Matiz artista eclettico, non solo fotografo ma anche caricaturista, pittore, gallerista, editore e attore.

Giacomelli è sempre stato un fotografo fortemente radicato alla sua terra, e malvolentieri si spostava da essa, ma riuscì sin da subito attraverso la sua arte a superare i confini geografici, conquistando i grandi critici internazionali come Szarkowski che nel ’64 lo inserì nella collezione del MoMA, e le sue opere oggi sono conservate nei maggiori Musei al mondo.

L’introduzione alla mostra in catalogo è di Walter Guadagnini, direttore di Camera, Centro Italiano per la Fotografia di Torino.

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