Picasso. La sfida della ceramica


Stampa

Provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso-Paris, 50 pezzi unici sono esposti fino al 13 aprile 2020 al MIC, Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, in una mostra realizzata a cura di Harald Theil e Salvador Haro con la collaborazione di Claudia Casali. Si tratta di un nucleo di inestimabile valore e un prestito eccezionale che affronta tutto il percorso e il pensiero creativo dell’artista spagnolo nei confronti dell’argilla.

Pablo Picasso, Vase: Femme à l’amphore – octobre 1947-48, Vallauris Terre blanche: éléments tournés, modelés et assemblés. Décor aux engobes et émail blanc, incisions, patine après cuisson 44,5×32,5×15,5 cm. Datation en 1979 n° inv. MP3679 Picasso Administration 8 rue Volney75002 Paris tel. 0147036965 ©Succession Picasso, by SIAE 2019


Nella mostra faentina sono analizzate le fonti di ispirazione di Picasso, proprio a partire dai manufatti presenti nelle collezioni del MIC. La ceramica classica (con le figure nere e rosse), i buccheri etruschi, la ceramica popolare spagnola e italiana, il graffito italiano quattrocentesco, l’iconografia dell’area mediterranea (pesci, animali fantastici, gufi e uccelli) e le terrecotte delle culture preispaniche che saranno esposte in un fertile e inedito dialogo con le ceramiche di Picasso.
Una se sezione speciale è dedicata al rapporto di Picasso con Faenza. Diversi sono i pezzi di Picasso che il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza possiede grazie al tramite di Tullio Mazzotti di Albisola, di Gio Ponti e dei coniugi Ramié i quali furono sollecitati a richiedere alcuni manufatti al Maestro per un’esposizione a Faenza e, soprattutto, per la ricostruzione delle Collezioni d’arte ceramica moderna andate distrutte nell’ingente bombardamento alleato del maggio 1944. Merito dell’allora direttore Gaetano Ballardini, nonché fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura con una lettera commovente e davvero toccante. Fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua Collezione e della sua struttura. Seguirono altri piatti nel 1951 con teste di fauno e vasi dal sapore arcaico e archeologico e il grande vaso “Le quattro stagioni” (1951), graffito e dipinto, con la raffigurazione pittorica e morfologica di quattro figure femminili, le cui forme sinuose vengono sostanziate dalla curvatura accesa del vaso.
La mostra è integrata con l’esposizione di documenti e fotografie, mai esposti ed appartenenti all’archivio storico del MIC. Completa il ricco apparato didattico e fotografico un video storico di Luciano Emmer del 1954 (Picasso a Vallauris).
La mostra fa parte di “Picasso – Méditerranée”: un’iniziativa del Musée national Picasso-Paris.
“Picasso-Mediterraneo” è un evento internazionale che si svolge dalla primavera del 2017 alla fine del 2019. Più di sessanta istituzioni hanno immaginato una serie di mostre sull’opera “ostinatamente mediterranea” di Pablo Picasso.

Share Button