Franco Cardinali. Inquietudine necessaria


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Franco Cardinali, Sourde symphonie sur les falaises,1982, olio caseina e sabbia su tela cm 90×110, ph Luca Maccotta

La mostra antologica che la città di Milano ha voluto per rendere omaggio alla figura di Franco Cardinali (Rapallo, 1926 – Saint Paul de Vence, 1985), è realizzata a cura di Raffaella Resch ed è allestita nella storica cornice del Palazzo Giureconsulti fino al 14 febbraio prossimo.
La mostra, organizzata dall’Associazione Culturale Franco Cardinali in collaborazione con la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, gode del patrocinio del Club per l’UNESCO di Aquileia, dei Comuni di Chiusi della Verna e Città di Castello e dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano e della Provincia di Monza e Brianza.

La rassegna è composta da oltre cinquanta lavori che offrono una panoramica sulla produzione dell’artista ligure, formatosi nell’ambiente parigino di Montparnasse nell’ambito dell’École de Paris, l’ampio gruppo di artisti e intellettuali che operarono a Parigi tra le due guerre e mette in luce la poetica di un artista le cui opere appartengono ad importanti istituzioni pubbliche e collezioni private in Italia, Europa e negli Stati Uniti, in prevalenza a New York e Los Angeles. 

Cardinali risente inizialmente di influenze picassiane e modiglianesche, come rivela l’olio su tela Enfant au jardin (1955) dalle forme primitive, per evolvere verso l’informale e le correnti sperimentali degli anni Settanta. L’artista, in continua ricerca di nuove tecniche e forme espressive, vive e condivide intensamente i fermenti artistici con gli spiriti più originali della sua epoca, seguendo poi un percorso individuale con esiti assolutamente unici e peculiari. Fra le amicizie si ricorda il legame con Jean Cocteau, con il quale intrattiene scambi epistolari, e con Jacques Prévert, che dedica una poesia ad una sua opera pittorica; conosce anche Pablo Picasso, da cui è stimolato a lavorare con la ceramica. 

Artisticamente Cardinali procede quindi in un percorso che va dal figurativo, interpretato con toni e linee forti, ad un astratto materico ispirato al mondo naturale, composto da ambienti, animali ed elementi simbolici della realtà e della sua fantasia. L’arte di Franco Cardinali è permeata di questa “inquietudine necessaria”, come rivela il titolo della mostra: nelle sue opere si legge infatti un’insoddisfazione personale e artistica che si evince nel tratteggio profondo, nei paesaggi inquieti – come in Fragments de cathédral (1983) – e nell’increspamento delle superfici, come in Chant d’amour sur la falaise (1985). 

L’arte per Franco Cardinali è una riflessione costante, un’evoluzione permanente, un’introspezione continua, un lavoro senza fine per perfezionare la propria tecnica pittorica e il proprio messaggio. Impasta colori tradizionali ad olio con materiali terrosi e argillosi per creare superfici spesse, composite, vissute, che rivelano anche un contatto con la natura intenso e profondo. Da qui nascono lavori su tela quali il Fossile lunaire (1967) ad olio con sabbia e caseina, o prima ancora l’olio Crustacés (1962), fino ad Ancienne écriture (1982) ad olio e sabbia, che ritraggono bestiari curiosi e inquietanti come fossero fossili impressi sulla trama. La materia pittorica scava oltre la dimensione esterna, va al di là della tela, e ci restituisce il mondo esplorato da Cardinali, in quel sottile ed effimero equilibrio tra arte e vita. 

A corredo della mostra Scalpendi Editore ha pubblicato un catalogo bilingue, italiano e inglese, che presenta tutte le opere in mostra oltre ad una ricca selezione della produzione dell’artista, con testo critico di Raffaella Resch e una testimonianza dell’amico Benito Boschetto. 

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