Vero o falso? Le figurine sotto la lente d’ingrandimento della scienza


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Il foto-telefono, ca 1900

Nell’intensa attività legata al festivalfilosofia 2018 di Modena, rientra anche una curiosa mostra che nella sua apparente leggerezza originale evidenzia, invece, quanto l’arte e la creatività possono precedere i tempi. Si tratta della mostra “Vero o falso? Le figurine sotto la lente d’ingrandimento della scienza” realizzata a cura di Daniela Longo e Erika Nerini (Pleiadi Emilia) e allestita a Palazzo Santa Margherita, Museo della Figurina, fino al 24 febbraio 2019.

L’esposizione indaga, infatti, il rapporto tra scienza e verità conducendo il pubblico all’interno del laboratorio scientifico, luogo simbolo dell’obiettività e dell’attendibilità. Attraverso un percorso interattivo, il visitatore si mette nei panni dello scienziato alle prese con il compito di svelare falsi miti e trovare conferme celate nelle immagini delle figurine.

Come affermava lo scrittore visionario Jules Verne, la scienza non esclude gli errori, anzi spesso sono proprio questi ultimi a portare alla verità. Per questo motivo, la mostra fornisce ai visitatori la possibilità di effettuare esperimenti in prima persona e in autonomia tramite due installazioni interattive, soffermarsi sugli approfondimenti testuali, osservare reperti straordinari come un contenitore contenente polvere lunare e oggetti tridimensionali selezionati allo scopo di avvalorare o smentire gli elementi che emergono dal mondo della figurina.

Il percorso espositivo parte dalla dicotomia “verità vs falso mito”, declinata in tre macro ambiti: medicina, alimentazione e ambiente. Per quanto riguarda la medicina, in particolare, il focus è sui contenuti pubblicitari delle figurine storiche di fine Ottocento, che sponsorizzavano prodotti farmaceutici spesso realizzati attraverso principi attivi tenuti segreti. In esposizione, alcuni esempi di rimedi e soluzioni d’altri tempi, messi in relazione con le nozioni oggi consolidate. Analogamente, nel campo dell’alimentazione si informa di prodotti industriali innovativi per l’epoca quali gli estratti di carne, gli amari quali la Ferrochina o il cioccolato in tutte le sue versioni, le cui virtù spesso esagerate e mitizzate venivano illustrate nel retro delle figurine, a volte tramite tabelle comparative. Nel campo ambientale, infine, vengono svelate le notizie fasulle che circolavano su animali (preistorici e non), piante e mondo extra-terreste.

La sezione “Magia o scienza?” illustra fenomeni naturali facilmente comprensibili in termini scientifici, mentre altre figurine spiegano esperimenti ludici che nascondono trucchi, illusioni ottiche e cinematografiche. Attraverso la fisica è inoltre possibile spiegare le incredibili potenzialità di alcune specie di insetti, che assomigliano a quelle immaginate per i supereroi protagonisti delle recenti e fortunate saghe cinematografiche e televisive.

Se è vero che grazie all’immaginazione si può sognare il futuro è vero anche che la scienza e la tecnologia in alcuni casi lo rendono reale. Proprio per questo la mostra si sofferma anche sulle visioni oniriche di fine Ottocento, come le case-mobili, il foto-telefono, la macchina che elimina il maltempo o l’apparecchio per la visione di spettacoli teatrali a casa propria, alcune delle quali sono rimaste nella sfera dell’immaginario mentre altre si sono poi avverate determinando un importante progresso per l’intero genere umano.

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