Yto Barrada. The Dye Garden


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Yto Barrada, still from Tree Identification for Beginners, 2017, 16mm, digital video, color, sound, 36 minutes. A Performa 17 commission for Afroglossa, curated by Adrienne Edwards (artwork © Yto Barrada)

Fino all’8 luglio all’American Academy in Rome è ospitata la mostra personale di Yto Barrada “The Dye Garden”, realizzata a cura di Peter Benson Miller, Arts Director dell’American Academy in Rome, che si inserisce nel tema della stagione in corso, East and West, e presenta nuovi lavori dell’artista franco-marocchina, tra gli artisti internazionali più attivi sul fronte della messa in discussione dei modelli stabiliti dalla tradizione orientalista e dalle sue influenze sull’arte moderna.
La mostra, che è parte della serie “New Work in the Arts & Humanities: East and West / Nuove opere nelle Arti e nelle discipline umanistiche: Oriente e Occidente”, è resa possibile dal Roy Lichtenstein Artist in Residence Fund e dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia.

Barrada esplora il paesaggio, la geologia e la flora del Nord Africa, e, in particolare, quella del Marocco nel modo in cui essa è stata intesa e mercanteggiata in epoca coloniale e postcoloniale. L’artista spesso affronta temi seri utilizzando giocattoli, mezzi attraverso i quali idee insidiose venivano inculcate nelle menti dei giovani.  Mettendo in evidenza strategie di resistenza, Barrada erode sia le fondamenta ideologiche della divisione tra Oriente e Occidente che i meccanismi usati per perpetuarla.

Inoltre, l’artista studia da diversi anni la produzione di tinte naturali da fonti diverse come il guado, la robbia, l’indigofera, la cocciniglia e il murice. Rintracciando la fonte originaria dei colori usati nella tappezzeria e in altri tessuti, Barrada identifica le reti internazionali su cui poggiano la coltivazione e la produzione delle tinte prima dell’introduzione dei processi chimici per rivelare la complessa serie di scambi che collegano Oriente e Occidente. Un nuovo progetto, permeato da questa ricerca ed espressamente creato per questa occasione, attinge dagli arazzi che ritraggono le imprese eroiche e i trionfi di Scipione l’Africano – in particolare quelli rappresentati nei cartoni della Battaglia di Zama – e dalla “scoperta” dell’astrattismo in Tunisia da parte di Paul Klee. Barrada richiama anche i giardini delle rovine romane e il giardino creato dall’artista dadaista Hannah Höch.

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