Paolo Masi. Doppio spazio


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Paolo Masi, Trasparenze, 2013

Si apre il 6 maggio e rimarrà esposta fino al 16 settembre 2018, la mostra antologica dedicata a Paolo Masi (Firenze, 1933) intitolata “Doppio spazio” e ospitata dal Museo MA*GA di Gallarate (VA).

Realizzata a cura di Lorenzo Bruni, la mostra offre una lettura approfondita della ricerca che l’artista ha affrontato, dalla fine degli anni ‘50 a oggi, attorno alla pittura di matrice astratto-geometrica, attraverso cicli pittorici che, pur essendo realizzati in decenni distanti tra loro, hanno come soggetto comune il tema della “vibrazione” del segno-colore che si “rivela” in relazione al materiale scelto come supporto. Il percorso espositivo si completa con interventi installativi realizzati con differenti materiali, dai telai a terra alle lastre di plexiglas dipinte con forme geometriche e sospese nel vuoto.

La mostra propone opere che rappresentano i passaggi chiave della carriera dell’artista fiorentino che ha affrontato, decennio dopo decennio, i limiti e le potenzialità dell’oggetto quadro, della pittura astratta e dell’arte come atto politico.

Il titolo “Doppio spazio” vuole sottolineare l’attitudine di Paolo Masi di far convivere lo spazio dell’arte e quello della vita, il gesto del singolo con le esigenze della collettività, la libertà dalle regole con le regole della libertà.

In questa prospettiva, emergono tre aspetti fondamentali e costanti del suo lavoro: l’indagine della vibrazione del colore in dialogo con la storia della pittura e con l’aderenza alla propria attualità, la libertà combinatoria tra linee, superfici e relazione colore-materiali, e infine la dialettica con lo spazio pubblico.

La doppia tensione di Paolo Masi di cercare di far coesistere gli opposti viene ulteriormente evidenziata nelle due sezioni allestite appositamente per il MA*GA: l’installazione “Riflessioni Riflesse” nel piazzale del Museo che consiste in cerchi di plexiglas di colore monocromo fluo e specchianti in grado di espandere la percezione dello spazio e una selezione di opere dalla collezione museale, curata dallo stesso Masi, che evoca il clima artistico tra gli anni ‘60 e ‘70 a cui lui stesso ha partecipato, con lavori di Lucio Fontana, Gianni Colombo, Getulio Alviani, Giorgio Griffa e altri.

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