Brown Print – Altilia


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La mostra “Brown Print – Altilia” giunge nella sede del Museo Sannitico di Campobasso, dove rimarrà fino al 23 maggio, e prosegue un percorso di studi sulle tecniche alternative di stampa fotografica ideato e condotto dal fotografo Luigi Grassi, organizzato dal Centro per la Fotografia Vivian Maier di Campobasso, con la collaborazione di Arte StudioMe.MO Cantieri Culturali a.p.s. e il Polo Museale del Molise.

Durante il corso gli studenti si sono confrontati fotograficamente con il paesaggio archeologico di Altilia e hanno avuto modo di sperimentare una tecnica di stampa artigianale, corso e mostra che hanno come obiettivo quello di stabilire un legame tra antico e moderno, tra antichi metodi di stampa e tecnologia digitale.

È Alessandra Capocefalo, archeologa, socia fondatrice dell’Associazione Me.MO Cantieri Culturali, che guida i visitatori in un tour virtuale dell’area archeologica di Saepinum – Altilia attraverso le immagini realizzate da Rosso Albino, Chiara Brunetti, Paolo Cardone, Rossana Centracchio, Simone Di Niro, Alexandra R. Ionescu, Lello Muzio. Il percorso si snoda tra le immagini sottolineando i particolari più significativi di una città antica scomparsa per secoli e riemersa, in parte, negli anni ’50 del Novecento. Il municipio romano, sorto a cavallo del tratturo Pescasseroli, Candela nel tratto che attraversa la Valle del Tammaro in corrispondenza della montagna di Sepino, ha una lunga storia da raccontare a partire dalla sua prima organizzazione urbana, racchiusa all’interno delle possenti mura, che furono fatte edificare dai figli adottivi di Augusto, Tiberio e Druso. Diversi secoli di transumanza e opere pubbliche, finanziate dai membri illustri di famiglie locali che raggiunsero le più alte cariche dell’Impero, la resero uno dei municipi più importanti del Sannio molisano fino al suo progressivo decadimento che raggiunse il culmine in epoca altomedievale. Da questo momento in poi l’area sarà occupata da piccoli nuclei organizzati intorno alle aree coltivabili che conserveranno la loro fisionomia fino alla seconda metà del ‘900.

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