Erotico / Eretico


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Riceviamo e pubblichiamo

Guyomard, Je vais te dire, 2000, acrilico su tela cm 73×60

Alla Galleria RezArte Contemporanea di Reggio Emilia, fino al 26 maggio, è in corso un’esposizione vietata ai minori di quattordici anni.

Curata da Boris Brollo con opere di Saturno Buttò, Gérard Guyomard, Ketra, Biagio Pancino e Tono Zancanaro, la mostra “Erotico / Eretico” è accompagnata da una prefazione di Pascal Quignard, noto scrittore francese autore del saggio “Le Sexe et l’effroi” (Mondadori Electa, 2002).

L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 24 marzo alle ore 17.00, raccoglie una cinquantina di dipinti, disegni, chine, stampe su plexiglass ed opere a parete con innesti materici che danno forma alla visione organica e inorganica della sessualità.

«È dai tempi del Medioevo – scrive Boris Brollo – che si è identificata l’eresia religiosa, in senso lato, con la sessualità, per colpire l’essere umano nella sua più intima e Libera Natura. Basti ricordare qui i processi al seguito della Controriforma o “La lettera scarlatta” (1850) di Nathaniel Hawthorne sulle Streghe di Salem o, ancora ai nostri tempi, il romanzo di Leonardo Sciascia del 1986: “La Strega e il Capitano”. L’idea di fondo è che tutto ciò che è male viene dal libertinaggio e quindi il controllo della sessualità è il controllo sociale dell’individuo».

«Gli animali – scrive Pascal Quignard – sono senza nudità. Un gatto non è nudo. Un pesce rosso non è nudo. Un canarino non è nudo. La nudità, l’ansia per l’altro da sé, la curiosità dell’altro sesso, sono caratteristiche della sessualità umana. Questa ansia è  insoddisfatta sin dall’origine. È l’impossibilità del denudarsi della statuaria, l’impossibile fantasmagoria onirica quanto immaginaria, l’intrigo impossibile che i romani cercarono di creare. La denudazione, essendo la rivelazione di ciò che è nascosto dal turbamento dell’altro, è l’impossibile Rivelazione. Questa è l’impossibile Apocalisse».

Il Catalogo è disponibile in galleria con prefazione di Pascal Quignard e testo critico di Boris Brollo.

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