Cruor – sangue sparso di donne


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Renata Rampazzi, Composizione, 1978, olio su tela, cm 100×120

Alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, dal 6 aprile al 17 giugno, Renata Rampazzi espone le sue opere in una mostra dedicata alla violenza sulle donne e intitolata “Cruor – sangue sparso di donne”

L’esposizione, accompagnata da uno scritto inedito di Dacia Maraini e da un testo critico di Claudio Strinati, presenta una grande installazione dell’artista, vera testimone del tempo nel quale vive.

Già dalla fine degli anni ’70, infatti, la tematica della violenza, del sangue, del dolore facevano parte dell’universo creativo di Renata Rampazzi, fino a diventare una delle maggiori caratteristiche del suo percorso espressivo.

“Molte delle mie opere – ricorda Renata Rampazzi – portavano tracce del mio turbamento di fronte a quelle manifestazioni esistenziali di sopraffazione maschile. Era un grido personale, un disagio che ruotava attorno al sesso, alla metafora della ferita, che rimandava ad azioni e comportamenti ancora generalmente tenuti nascosti, taciuti, e che oggi per diffusione, per violenza e ostentazione, ormai non sono solo un fenomeno sociale che inquina le società occidentali ma che sotto forme diverse reclama una denuncia, una rivolta, un rifiuto di complicità e sudditanza in tutte le espressioni individuali e collettive della cultura, del potere e della vita sociale”.

Oggi di fronte alla recrudescenza della violenza nei confronti delle donne, l’artista torna ad affrontare questo argomento, attraverso nuovi lavori, realizzati con materiali e forme per comunicare in maniera più diretta e coinvolgente.

Questa mostra, è pensata appositamente per la Sala Borges dell’Isola di San Giorgio Maggiore. Per meglio evidenziare la realtà attuale, le tele vengono sostituite da garze che si rifanno ai bendaggi per curare le ferite, le piaghe, i segni delle deturpazioni e in cui i pigmenti e gli spessori di colore che ruotano attorno alle gradazioni del rosso, e contengono anche tracce di sangue, rimandano alla tragica realtà delle lacerazioni, mutilazioni, offese e sofferenze delle vittime.

Il percorso espositivo parte dalle opere storiche, realizzate da Renata Rampazzi negli anni ‘70/’80 per arrivare all’installazione realizzata per l’occasione, che non vuole essere un semplice momento di contemplazione, ed è costituita da un labirinto di teli e garze che dal soffitto arrivano fino al pavimento rosso cupo. L’opera avvolge così fisicamente ed emotivamente il visitatore in modo da provocarne un suo coinvolgimento totale.

Accompagna la mostra un catalogo delle Edizioni Sabinae (bilingue italiano, inglese) con testi di Dacia Maraini e Claudio Strinati.

Durante il periodo della mostra, la Fondazione Giorgio Cini ospiterà una tavola rotonda sul tema della violenza sulle donne, coordinata dalla storica Francesca Medioli, cui parteciperanno, tra le altre, personalità quali Chiara Valentini, Dacia Maraini, Luciana Castellina, Chiara Saraceno.

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