Nel nome della madre. Adele Ceraudo


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Adele Ceraudo, Senza titolo, 2018, stampa fine art su tela con smalto e tulle, cm 105×150

Al Pan, Palazzo delle Arti di Napoli, fino al 19 marzo è esposta una mostra personale di Adele Ceraudo (Cosenza, 1972) composta da oltre 50 opere che ripercorrono i momenti salienti dei suoi 10 anni di attività, tra cui disegni, opere pittoriche, fotografie, installazioni, video, performance e una serie lavori in cui sperimenta contaminazioni di linguaggi. La femminilità, approfondita sotto differenti punti di vista umani e sociali, è il tema centrale della mostra che è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro, Italia e Mediterraneo ed è organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e turismo del comune di Napoli, dall’associazione culturale CreativiATTIVI/rivoluzionART, nell’ambito dell’iniziativa “la bottega delle sensazioni”, di cui idea, progetto e curatela sono di Daniela Wollmann.

Queste opere descrivono l’evoluzione artistica e interiore di Adele Ceraudo, che nei suoi primi lavori del 2008 della serie “Just wearing Ink” celebra il corpo femminile, ritraendo una modella. Solo a conclusione di questa serie, nel 2010 l’artista si concentrerà sul suo corpo, presenza costante delle sue opere ed elemento imprescindibile della sua espressività.

Nella collezione “Le affinità elettive” realizzata tra il 2011 e il 2013 l’artista offre la sua personalissima rivisitazione di icone del passato e della storia dell’arte in chiave contemporanea, si confronta con i canoni classici ma ne modifica il significato. Lo si osserva nell’Uomo Vitruviano di Leonardo, nella Crocifissione o nel San Sebastiano, i cui soggetti hanno sembianze femminili e nello specifico il corpo e il volto dell’artista stessa, o nella Pietà e ne Il ratto di Proserpina, di forte impatto anche grazie a interventi cromatici di colore rosso.

In mostra è presente anche una selezione di sette disegni e sette scatti appartenenti all’ultimo ciclo di lavori intitolato “New York 2016”, volto ad esaltare la dimensione psicologica, emotiva e metafisica anziché quella della perfezione estetica. Questa recente serie, creata tra il 2016 e il 2017, nasce dalla collaborazione dell’artista con il fotografo Giorgio Possenti.

Di un lasso di tempo più ampio è la serie dei ritratti, datati 2010 – 2017, tutti realizzati con penna Bic, i cui soggetti sono donne e uomini incontrati dall’artista nel corso della sua vita, dal premio Nobel Rita Levi Montalcini alla regista Lina Wertmuller, dall’ex Presidente della Camera Irene Pivetti alla sportiva Josefa Idem, dallo scrittore Aurelio Picca all’artista Sandro Koop.

Inoltre, un nucleo di sei video che raccontano l’artista, la sua storia e il suo fare arte dal 2009 ad oggi accompagna e completa il percorso espositivo.

In occasione dell’inaugurazione e nel corso di tutta la durata della mostra (da mercoledì a sabato), Adele Ceraudo si esibirà in una performance scenico-teatrale, con il supporto di un video – regia di Andrea Cagno – e accompagnamento sonoro a cura di Marius Arcioni, intitolata “Da Madonna a donna”. Un omaggio alla figura della Madonna e una trasformazione che da immagine iconografica Mariana conduce alla persona viva, alla donna, nonché all’artista stessa come riferimento per l’universo femminile.

Accompagna la mostra un catalogo bilingue italiano – inglese, con testi della curatrice Daniela Wollmann, di Gianpasquale Greco, storico dell’arte e Luigi Polillo, tradotti da Maria Rosaria Tomas; anche questa edizione, realizzata nell’ambito del progetto “la bottega delle sensazioni”, è curata da Daniela Wollmann.

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