È solo un inizio


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È solo un inizio, 1968, Uno scorcio dell’installazione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Nel Salone Centrale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma è allestita, fino al prossimo 14 gennaio, una mostra che celebra il 50° anniversario del ’68, nella ripresa del gesto di rottura radicale che si è abbattuto sulle società occidentali e che non ha lasciato indenne il mondo dell’arte. Questa mostra, che è curata da Ester Coen, è la prima in Italia dedicata al ’68 e ai suoi intrecci con i movimenti e i fermenti artistici che lo annunciano, gli corrono paralleli e lo prolungano.

È solo un inizio1968, non è solo il titolo della mostra o lo slogan dell’insurrezione del Maggio francese, ma un invito a guardare ai processi, al divenire, all’apertura di quanto inizia e mai più smetterà di iniziare, sempre di nuovo, dal ’68 in poi. L’arte, la democrazia, la vita, niente sarà più uguale dopo di allora, eppure niente sarà mai una conquista sicura. Del ’68 non ci restano la sua storia, le sue sconfitte, le sue vittorie, ma un monito che diventa elogio dell’incompiuto: Ce n’est qu’un début.

Di questo inizio, che ignora volutamente gli esiti e tiene sotto traccia la frase di Gilles Deleuze “Lo abbiamo sempre saputo che sarebbe finita male”, la mostra della Galleria Nazionale racconta il cortocircuito tra arte, politica, creatività. Non solo e non tanto perché lo spirito di rivolta del ’68 si estende anche al mondo dell’arte, ma perché l’arte ha un modo suo di creare quello stesso desiderio di inizio che col ’68 si trova a condividere: col minimalismo, il concettuale, l’arte povera, la land art, le numerose correnti che in quegli anni emergono fulminee e si propagano, pur nella diversità di metodi e progettualità. Insieme a un rinnovamento radicale del pensiero e delle arti della vita espresse con il design e la moda.

Le correnti artistiche finiranno riordinate nella storia dell’arte. I movimenti politici nella storia degli sconfitti. Inoltre, questa mostra non giudica i fini e non si esprime sull’adeguatezza dei mezzi. Racconta “ciò che comincia” con le opere di: Vito Acconci, Carl Andre, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Diane Arbus, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Carla Cerati, Merce Cunningham, Gino De Dominicis, Walter De Maria, Valie Export, Luciano Fabro, Rose Finn-Kelcey, Dan Flavin, Hans Haacke, Michael Heizer, Eva Hesse, Nancy Holt, Joan Jonas, Donald Judd, Allan Kaprow, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Yayoi Kusama, Sol LeWitt, Richard Long, Toshio Matsumoto, Gordon Matta-Clark, Mario Merz, Marisa Merz, Maurizio Mochetti, Richard Moore, Bruce Nauman, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Mario Schifano, Carolee Schneemann, Gerry Schum, Robert Smithson, Bernar Venet, Lawrence Wiener, Gilberto Zorio. E dalla collezione della Galleria Nazionale con le opere di: Gianfranco Baruchello, Daniel Buren, Mario Ceroli, Christo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Andy Warhol.

A corredo della mostra è stato pubblicato il Giornale-Catalogo È solo un inizio. 1968 con il testo di Ester Coen e interventi, tra gli altri, di: Franco Berardi Bifo, Achille Bonito Oliva, Luciana Castellina, Germano Celant, Goffredo Fofi, Franco Piperno, Rossana Rossanda, Lea Vergine, a cura di Ilaria Bussoni e Nicolas Martino.

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