La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra


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Nicola da Monteforte 1311, Grifo, marmo, Benevento, Museo Diocesano

La mostra “La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra”, esposta ai Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, Roma fino al 26 novembre, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura presieduto da Giuseppe Lepore con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Essa è realizzata a cura di Vega de Martini con il Comitato Scientifico costituito da Claudio Parisi Presicce, Daniela Porro, Fabrizio Parrulli, Stefano Casciu, Anna Imponente, Peter Aufreiter, Paola Raffaella David e presieduto dal Generale Roberto Conforti. Si intende, così, evidenziare e attualizzare l’impegno delle istituzioni a favore dell’arte con un’esposizione di importanti testimonianze artistiche che, a causa di vicende non sempre trasparenti, sono state, per moltissimo tempo, negate alla pubblica fruizione e spesso dimenticate nei depositi o in altri contenitori non accessibili al pubblico e vuole anche porre in risalto il quotidiano impegno da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nella ricomposizione e ricostruzione del nostro patrimonio culturale.

L’esposizione è allestita in tre sezioni: la prima, che riguarda le opere recuperate a seguito di furti, presenta alcuni dipinti di proprietà del Museo Nazionale San Matteo di Pisa, recuperati dai Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze nel 2014, a conclusione di una complessa e serrata attività d’indagine iniziata nel gennaio dello stesso anno in Olanda. Le opere erano state affidate nel 2002 a un restauratore toscano perché intervenisse a sanare il loro precario stato di conservazione; la seconda sezione riguarda le opere salvate dalle zone terremotate dell’Italia Centrale, nello specifico delle Marche. Si tratta di capolavori della rete museale dei Musei Sistini del Piceno e di un dipinto della Chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli custodito nel deposito del Forte Malatesta di Ascoli, provenienti da alcune sedi danneggiate e chiuse a causa del sisma; la terza sezione pone l’obiettivo su un tema purtroppo di grande attualità, i danni provocati dalle guerre, partendo dall’esempio di quanto accaduto al patrimonio della cattedrale di Benevento, colpita dalle bombe degli alleati nel settembre del 1943, il cui aspetto non doveva essere tanto diverso da quello delle tante chiese distrutte dai terremoti. Allora come oggi si provvide a recuperare e mettere in salvo il patrimonio superstite, ma gran parte del materiale fu evidentemente accatastato e dimenticato e, fino al ritrovamento del 1980, erroneamente ritenuto perduto. Subito dopo i bombardamenti furono tratti in salvo i preziosi arredi liturgici e i paramenti sacri, parte del cosiddetto Tesoro del Cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento e poi papa col nome di Benedetto XIII.

A corredo della mostra è stato pubblicato un catalogo edito da Gangemi Editore.

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