Tutti gli “ismi” di Armando Testa


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Armando Testa, Buongiorno Südtirol

Armando Testa, uno dei più geniali (forse il più geniale e sicuramente il più celebre), eclettici, efficaci, fantasiosi, giocosi pubblicitari del nostro e di tutti i tempi, avrebbe compiuto quest’anno cento anni e il MART di Rovereto gli dedica una mostra, a cura di Gianfranco Maraniello e Gemma De Angelis Testa, che rimarrà aperta tutta l’estate e fino al 15 ottobre, con la quale ci si potrà immergere nel suo fantastico universo e rivivere le epoche che queste icone rappresentano, essendone diventate testimoni del costume del loro tempo.

In questa mostra, che rende omaggio all’estro di uno tra i maggiori comunicatori italiani, si respira la travolgente fantasia di Armando Testa attraverso le sue narrazioni, i riferimenti visivi, i temi formali e soprattutto la sua illimitata capacità di costruire mondi immaginari.

La gradevole e simpatica visita avviene attraverso gli estratti di famose interviste e filmati di repertorio, mentre il percorso è scandito da illuminanti aneddoti raccontati dallo stesso Armando Testa.

Gli “ismi”, secondo lo stesso Testa, si riferiscono a tutti i “modernismi” e sono il perno attorno a cui ruota l’intero progetto del Mart. Futurismo, Astrattismo, Surrealismo, grandi artisti del ’900 sono fonti alle quali Testa attinge in una vorace e costante ricerca della comprensione della vita moderna.

Con questa mostra si intende testimoniare il dialogo tra il lavoro del creativo torinese e i più vivaci vocabolari culturali, evidenziandone i meccanismi di vicinanza: a volte l’arte offre riferimenti diretti, altre volte analogie di metodo. Testa intuisce che il mondo sta cambiando e che i linguaggi della modernità diventano patrimonio comune, identità condivisa. Precursore assoluto, inaugura un nuovo modo di fare pubblicità, sintesi perfetta tra rappresentazione e simbolo. Tra metafore, miraggi, sogni, favole, metamorfosi, le sue creazioni concedono un’evasione dall’ovvietà del reale, rispondendo ai bisogni primari dello spettatore: divertimento, emozione, coinvolgimento.

La mostra prosegue soffermandosi sulle influenze dei grandi maestri dell’arte moderna internazionale e sulle passioni iconografiche ripetute e reinterpretate durante quella che fu una lunga carriera. L’allestimento, che include filmati, manifesti, quadri, fotografie e sculture, approfondisce con particolare attenzione i topoi delle dita, quello degli animali e l’invenzione di mondi surreali. Procedendo per suggestioni tematiche, illustra la ricerca del pubblicitario italiano, restituendo un artista a tutto tondo la cui attività supera l’ambito della comunicazione ed entra in contatto diretto con le energie e le sperimentazioni che hanno segnato gli ultimi settant’anni. Tra i sottotesti che l’esposizione evidenzia, c’è la costante dell’umorismo: giochi di parole e slittamenti semantici sono tra le caratteristiche fondamentali dei numerosi immaginari rappresentati.

Armando Testa raggiunge tutti i pubblici, piacendo tanto ai frequentatori delle gallerie, dei musei e dei cinematografi, quanto ai consumatori meno avvezzi ai linguaggi colti. Attraverso una formidabile capacità visionaria e con grande ironia, Testa costruisce icone del mondo moderno, anche rielaborando creativamente stilemi e canoni della storia dell’arte così come manifestazioni del proprio tempo, decontestualizzandoli e riassemblandoli. Con raffinata efficacia semiotica, traduce alcune delle più ardite prove dell’arte, in materiale per la comunicazione di massa. Si nutre di arte e, con costante attenzione, vi ravvisa gli strumenti per comprendere, rileggere e costruire il racconto della vita moderna.

Nasce così un universo simbolico che diventa parte dell’immaginario collettivo dell’Italia contemporanea.

La mostra, che si conclude con un video dal sapore quasi profetico sulla comunicazione e sull’uso delle immagini nel futuro, presenta circa 150 opere tra sculture, manifesti, video, pubblicità, spot televisivi, bozzetti, quadri e installazioni.
Accompagna l’esposizione un catalogo, edito da Electa, che contiene saggi di Gianfranco Maraniello e Stefano Bartezzaghi, oltre a un’intervista a Gemma De Angelis Testa.

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