Arte interattiva. Lo spettatore in gioco: dall’azione dell’occhio all’interazione robotica


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Ale Guzzetti, Dies Irae, 2014 resina silicone led circuiti elettronici voci sintetiche

Per il MACA, Museo d’Arte Contemporanea di Acri (CS), Oesum Led Icima, in collaborazione con Valmore Studio d’Arte, Vicenza – Venezia, organizza una mostra dedicata al mondo dell’Arte Interattiva, che trova il suo principio nei pionieri degli anni Sessanta, per arrivare agli artisti più recenti che indagano la relazione fra l’opera d’arte e lo spettatore, spesso usando le tecnologie più innovative del loro tempo.

La mostra, a cura di Monica Bonollo e ospitata fino al 29 ottobre nelle ampie sale del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del museo, è composta da una collezione di oltre 50 opere di importanti artisti italiani ed europei: Ale Guzzetti, Antonio Barrese, Victor Vasarely, Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Julio Le Parc, Yvaral, Brian Eno, Joël Stein, Manfredo Massironi, Dario Perez Flores, Gruppo MID, Davide Boriani, Paolo Scirpa, Eros Bonamini, Fausto Balbo, Peter Vogel; sono tutti artisti la cui attività di ricerca si è sviluppata in piena sintonia con le coeve scoperte scientifiche, intrattenendo uno stimolante e fruttuoso dialogo continuo fra arte, scienza e tecnologia.

Il percorso, molto articolato, affianca i più tradizionali dipinti su tela a una serie di affascinanti oggetti interattivi, scatole luminose, sculture sonore, ambienti e robot.

L’allestimento è scandito dai diversi gradi di interattività delle opere esposte, mostrando i successivi passaggi e le diverse focalizzazioni della ricerca su questo tema fondamentale per l’arte della seconda metà del Novecento e i suoi successivi sviluppi all’inizio del nuovo millennio.

Il percorso espositivo parte da un livello “debole”, ma concettualmente rivoluzionario, di interazione fra l’opera d’arte e l’occhio dello spettatore, passando per l’idea di spettatore come presenza necessaria all’esistenza dell’opera d’arte, e arrivando a un’interazione “forte”, sia attraverso il pieno coinvolgimento dello spettatore che si trasforma in “attore” e “co-autore”, sia con l’opera d’arte robotica che interagisce con lo spettatore in una sorta di autonomia, aspirando a confondersi fra gli umani e a relazionarsi con loro in un rapporto paritario.

La mostra è commentata dai testi di Monica Bonollo e Boris Brollo.

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