Marco Maria Zanin. Dio è nei frammenti


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Marco Maria Zanin, Maggese I, 2016, Stampa fine art su carta cotone

“Dio è nei frammenti” è il titolo della mostra dedicata a Marco Maria Zanin (Padova, 1983), curata da Daniele De Luigi e Serena Goldoni, allestita alla Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita dal 21 maggio al 16 luglio; l’inaugurazione coincide con la Notte europea dei Musei.

Essa è organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in collaborazione con Spazio Nuovo Contemporary Art, Roma ed è patrocinata dall’Ambasciata del Brasile.
Attraverso le fotografie e le sculture del giovane artista, la mostra esplora il tema della memoria e delle radici nella società contemporanea mediante un’opera di reinterpretazione di scarti prodotti dal tempo: detriti e oggetti che per Zanin, sulla scorta del filosofo francese Georges Didi-Huberman, sono “sintomi” della sopravvivenza lungo le epoche di valori umani archetipici. L’indagine si muove tra la civiltà rurale del Veneto, sua regione di origine, e la megalopoli di San Paolo, dove vive alcuni mesi all’anno: due luoghi profondamente diversi nel modo di vivere il passato e il presente, ma fortemente legati dai fenomeni migratori dall’Italia al Brasile tra XIX e XX secolo.
Attrezzi del mondo contadino vengono tagliati e fotografati, assumendo forme inedite dal carattere totemico, mentre da frammenti di edifici moderni demoliti sono tratti calchi in porcellana, oppure nature morte che riecheggiano Giorgio Morandi, maestro con cui l’artista istituirà in mostra un intenso dialogo. Gli interventi di trasformazione degli oggetti di Zanin costituiscono “un invito a lavorare con la materia psichica della memoria assieme all’immaginazione”.
Marco Maria Zanin è stato selezionato dalla Galleria Civica di Modena nell’ambito del progetto Level 0, promosso da ArtVerona in collaborazione con 14 musei e istituzioni d’arte contemporanea italiani, per offrire supporto e visibilità agli artisti emergenti esposti in occasione dell’ultima edizione della fiera, dove l’artista era proposto dalla Galleria Spazio Nuovo di Roma.

Per Marco Maria Zanin mito e archetipo, in quanto matrici sommerse dei comportamenti contemporanei, sono il centro della sua indagine, che si snoda sull’osservazione della relazione tra l’uomo, il territorio e il tempo. Egli come strumento privilegiato la fotografia, che è spesso usata mescolando tecniche diverse e superando i confini di altre discipline artistiche.

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