L’emozione dei Colori nell’arte. Kandinsky, Klee, Munch, Russolo, Fontana…


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Luigi Russolo, Profumo, 1910

Dal 14 marzo al 23 luglio è in scena la mostra “L’emozione dei Colori nell’arte. Kandinsky, Klee, Munch, Russolo, Fontana…” alla GAM, Galleria d’Arte Moderna, di Torino e al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, che presenta 400 opere datate dal Settecento a oggi e più di 130 artisti provenienti da tutto il mondo. La mostra, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, Elena Volpato, Elif Kamisli e con la consulenza scientifica di Vittorio Gallese e Michael Taussig, ripercorre la storia, le invenzioni, l’esperienza e l’uso del colore nell’arte moderna e contemporanea da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico, biologico, antropologico e neuroscientifico.
Con questa mostra si indaga l’utilizzo del colore nell’arte dando conto di movimenti e ricerche artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l’astrazione, attraverso molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla psicologia e alla sinestesia. Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM di Torino e Castello di Rivoli e da numerose collezioni private.
Secondo le riflessioni di questa mostra, possono essere considerati antefatti dell’arte astratta moderna le opere dei seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le forme-colore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero, mentre il punto di avvio nell’astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933).
Alla fine del Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe, che pubblica nel 1810 la sua Zur Farbenlehre (La teoria dei colori) si oppone a Newton, affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno degli Afterimage colors (il fatto che l’occhio umano percepisce come immagine residua il colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca). All’epoca prevalse la teoria di Newton. L’Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell’Ottocento e Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e Pantone.
Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l’epoca attuale e attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un valore nuovo.
L’emozione dei Colori nell’arte riflette sul tema da un punto di vista che tiene conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la standardizzazione nell’uso del colore nell’era digitale, standardizzazione che riduce sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale.
Inoltre, nel corso della mostra, il neuroscienziato Vittorio Gallese, che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni specchio, dirigerà un laboratorio di studio neuroscientifico incentrato sull’esperienza del pubblico di fronte a opere d’arte.

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Informazioni su Anselmo Villata

Caporedattore dell'Agenzia Stampa Verso l'Arte, Vice Presidente Internazionale dell'Associazione Internazionale dei Critici d'Arte, Docente presso la 24Ore Business School e presso la Giunti Academy, Curatore, Critico d'Arte, Saggista, Cultural manager e Cultural planner orientato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali con un'ottica all'interdisciplinarità e alle collaborazioni internazionali.

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