Guttuso. La forza delle cose


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Renato Guttuso, Barattoli e tubetti di colore, 1986, Olio su tela, cm 60x80, Roma, Archivi Guttuso © Renato Guttuso by SIAE 2016

Renato Guttuso, Barattoli e tubetti di colore, 1986, Olio su tela, cm 60×80, Roma, Archivi Guttuso © Renato Guttuso by SIAE 2016

Al Castello Visconteo di Pavia, presso le sale delle Scuderie, dal 16 settembre al 18 dicembre è esposta la mostra “Guttuso. La forza delle cose”, curata da Fabio Carapezza Guttuso con Susanna Zatti, è prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia, l’Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, gli Archivi Guttuso, patrocinata dal MiBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Vengono esposte oltre cinquanta opere provenienti da prestigiose collezioni e musei tra cui il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Fondazione Magnani Rocca, i Civici Musei di Udine, il Museo Guttuso, la Fondazione Pellin e alcune collezioni private. Questa mostra intende offrire al pubblico una prospettiva inedita e di grande fascino sul percorso artistico del maestro siciliano, studiando la forza delle cose rappresentata nelle opere.

Quindi, viene qui presentata una serie di capolavori che documentano i vari periodi espressivi e comunicativi di Guttuso. Per gli anni Quaranta c’è Natura con drappo rosso (1942), nella quale l’impegno dell’artista tende a testimoniare la drammatica condizione esistenziale, imposta dalla dittatura e dalla tragedia della guerra. Del dopoguerra, abbiamo Finestra (1947) o Bottiglia e barattolo (1948), dove emerge il crescente interesse verso la sintesi post- cubista picassiana. Mentre, negli anni Sessanta, si formula una nuova fase della pittura guttusiana, che rivela una dimensione più meditativa, qui testimoniata ne Il Cestello (1959), La Ciotola (1960) e Natura morta con fornello elettrico (1961).

A concludere l’esposizione vi è una selezione di dipinti della fine degli anni Settanta-inizio anni Ottanta, periodo in cui la continua ricerca del reale di Guttuso si accentua per dare vita a celebri dipinti come Cimitero di macchine (1978), Teschio e cravatte, Bucranio, mandibola e pescecane (1984) che diventano metafore e allegorie del reale.

Completa il percorso una serie di fotografie, concesse dagli Archivi Guttuso, che aiutano ad approfondire la vita dell’artista, raccontandone abitudini, amicizie e curiosità.

Infine, a corredo della mostra è stato edito da Skira un catalogo che, oltre ai saggi dei curatori, vanta un contributo del Professor Antonello Negri, mentre, per tutta la durata della mostra si svolgeranno attività didattiche, incontri e visite guidate gratuite per bambini e adulti.

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